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Napoli. Grido d’allarme del re delle cravatte Maurizio Marinella “Non trovo dei dipendenti, per tramandare la tradizione” 

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“Voglio lanciare un grido d’allarme. Siamo a Napoli, capitale della disoccupazione, noi nei nostri laboratori abbiamo bisogno di 10-15 giovani ma non riusciamo a trovarli”. Maurizio Marinella, uomo immagine del noto brand di cravatte, intervenendo al Tenco Talks sulla sostenibilità ha spiegato che la sua azienda non riesce a trovare nuovi lavoratori. “I ragazzi non vogliono più fare questi antichi mestieri, preferiscono andare nei call-center a rispondere al telefono che non entrare nei laboratori. E’ un problema che accomuna sartorie, camicerie e calzaturificio, non si vuole lavorare più con le mani. Mi arrabbio perché gli stranieri vogliono tutti lavorare per noi io, invece, vorrei fare crescere i napoletani”.

E ha concluso dicendo: “Vorrei che a Napoli nascesse un’università degli antichi mestieri. Se non c’è supporto e valorizzazione i vecchi mestieri rischiano di scomparire”. Ma il tema del giorno è quello della Sostenibilità. Dopo l’introduzione di Giovanni Lombardi, Marinella ha spiegato come si sta muovendo il suo brand. Nell’ambito del nuovo appuntamento con i Tenco Talks, organizzato a Palazzo Ischitella, Maurizio Marinella ha spiegato come la sua azienda affronta il problema della sostenibilità. “Puntiamo sempre al Sud, e proprio nel Mezzogiorno d’Italia abbiamo trovato un’azienda, la Orange- fiber, che si occupa di riciclo degli scarti delle arance dal quale nasce un tessuto. Con questa stoffa stiamo creando le nostre nuove cravatte. Stiamo chiedendo ai nostri clienti e amici di portare in azienda le cravatte che vogliono buttare, quelle dei loro padri, dei loro nonni, abbandonate da anni in cassetti o armadi. Noi – ha spiegato Marinella- le rigeneriamo e le rendiamo attuali. Un modo per conservare la tradizione, rispettare l’ambiente ed essere alla moda”. 

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