“Dalla frana del 2009, a Ischia, non è stato fatto nulla. Siamo di fronte a una tragedia annunciata”. La denuncia arriva da Nicla Pennetta, docente della Federico II di Geologia ambientale e Rischi naturali: “Sulle carte dell’Autorità di bacino, risalenti al 2010, l’area colpita dal disastro non è considerata neanche a rischio. Non credo proprio che l’abusivismo edilizio abbia contribuito alla tragedia del 26 novembre. E’ ovvio ce ogni costruzione, legale o meno, incide sull’ambiente. Il punto è un altro: a Ischia è completamente assente la manutenzione”.
Per la Pennetta la catena istituzionale avrebbe dovuto fare una serie di passaggi: “Alla base di qualsiasi pianificazione territoriale deve essere redatto uno studio geologico di dettaglio. Ma queste analisi mancano ovunque. Il vallone non ha ricevuto manutenzione, quindi era pieno di detriti, tronchi, blocchi. L’uomo poteva non solo attutire, ma addirittura prevenire i danni. Dopo la frana del 2009, andavano fatti i rilievi, i lavori di risanamento e la pulizia dei canali. Non è stato fatto nulla di tutto ciò”.
La geologa spiega come è nata la frana: “Sono fenomeni a colata lavica. Negli anni si sono accumulati piccole frane, detriti, altri blocchi. La pioggia torrenziale li ha incanalati in un incisione naturale pre-esistente e ha fluito ad altissima velocità, esondando. Credo che sia arrivato il momento di smettere di fare polemica e di iniziare a lavorare seriamente”