Mavien cu mme

MATERA. Da “La vergogna a orgoglio Italiano”

Published

on

Da brutto anatroccolo diventi cigno ed è stato un onore farti visita, Matera. Sei per molti un capolavoro sviluppato in altezza, ma tanti non conoscono la tua storia sotterranea.

E’ magico, sorprendente e quasi impensabile scoprire che quella che ormai noi tutti oggi ammiriamo, altro non è che la meravigliosa rinascita e il sudato riscatto di un popolo che neanche veniva considerato, o meglio, se proprio vogliamo dirla tutta: un popolo definito “La vergogna d’Italia”. Oggi invece è Capitale Europea della Cultura.

Arrivare lì sul posto e scoprire che fino a 50 anni fa neanche uno scarico fognario era lì presente è stato per me sconcertante.

Ho comprato souvenir fatti a mano. In mia presenza è stata scavata la calcarinite, una pietra dolce e soffice al tatto come le case di Matera. Ebbene si, mentre oggi costruiamo palazzi in altezza innalzando pareti, i Materani, per averne una, scavavano nella pietra creandosi la propria tana che, attenzione, dividevano con animali e attrezzi per il lavoro.

Erano dei geni della sopravvivenza, crearono un complesso sistema di raccolta e di conservazione delle acque piovane.

Quando a valle arrivarono altre abitazioni, attuale Rione Sassi, i corsi d’acqua chiamati Grabiglioni – all’interno dei quali defluivano sia rifiuti solidi che liquidi – divennero il “simbolo” di Matera. Questi tagliavano a metà il Sasso Barisano da quello Caveoso col proprio fiume di sterco, letame e fango.

Immaginiamo di affacciarci oggi su di un ponte per ammirarne il fiume, il ruscello o laghetto che sia, i Materani, invece, vedevano una città che come cuore aveva una fogna a cielo aperto.

Alcide De Gasperi, nel 1952, all’epoca capo del Governo, ne ordinò lo sgombero, era ormai un terreno fertile di malattie.

I Materani oggi, un popolo umile quanto accogliente, proprio perché ha sulla pelle il sapore e l’odore di stenti e privazioni, non solo si sono riscattati, ma sono andati anche oltre le aspettative.

Resta per me una delle poche comunità che accoglie con amore e modestia chi gli va a fare visita.

Popolari

Exit mobile version