Papa Francesco, in occasione della sua ultima giornata della sua visita apostolica, ha così dichiarato:
“Non voglio dimenticare la martoriata Ucraina. Prego, e vi chiedo di pregare perché la guerra finisca. Incoraggio tutti a sostenere il dialogo, perché ci sia una pace duratura. Vedendo presenti i fedeli del Libano, assicuro la mia preghiera e vicinanza a quell’amato Paese, così stanco e provato, e a tutti i popoli che soffrono in Medio Oriente”.
Poi, prosegue: “I cristiani non possono far finta di non vedere le opere del male, restare nel quieto vivere per non sporcarsi le mani. Al contrario, abbiamo ricevuto uno Spirito di profezia per portare alla luce, con la nostra testimonianza di vita, il Vangelo. La profezia ci rende capaci di praticare le beatitudini evangeliche nelle situazioni di ogni giorno, cioè di edificare con ferma mitezza quel Regno di Dio nel quale l’amore, la giustizia e la pace si oppongono a ogni forma di egoismo, di violenza e di degrado”.
Infine, conclude: “Le divisioni del mondo, e anche le differenze etniche, culturali e rituali, non possono ferire o compromettere l’unità dello Spirito. E lo Spirito, sorgente di unità e di fratellanza contro ogni egoismo, ispira l’unico linguaggio dell’amore, perché i diversi linguaggi umani non restino distanti e incomprensibili; abbatte le barriere della diffidenza e dell’odio, per creare spazi di accoglienza e di dialogo; libera dalla paura e infonde il coraggio di uscire incontro agli altri con la forza disarmata e disarmante della misericordia”.