Sarà un novembre di fuoco per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che è chiamata a risollevare le sorti del Belpaese, partendo dalla spinosa questione relativa ai crediti d’imposta a favore delle imprese, oltre al taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre.
Infatti, saranno proprio questi i punti fondamentali del primo decreto aiuti del nuovo governo. Intanto, è stata approvata la Nadef e a tal proposito, ecco le dichiarazioni del premier:
“Concentreremo le risorse a disposizione per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, senza disperdere risorse in bonus inutili. Il Governo, in meno di due settimane, ha raggiunto due obiettivi importanti. È la dimostrazione che anche in Italia, se si vuole, è possibile fare quello che serve per il bene dei cittadini“.
Poi, aggiunge: “Il primo target consente di liberare oltre 30 miliardi di euro per mettere in sicurezza famiglie e imprese dal caro bollette. L’altro, di compiere il primo passo sul fronte della sicurezza energetica nazionale”.
Pertanto, il segretario Pd Enrico Letta, ha così attaccato:
“Lo scenario è tutt’altro che positivo per l’opposizione. Tanti annunci, molte promesse. Ma la sostanza è, che la prima scelta di finanza pubblica del Governo Meloni, è aumentare il deficit. Che farà aumentare il debito. Che renderà l’Italia meno sovrana e autonoma, e più dipendente dagli altri”.
Ecco quanto spiegato nella Nadef:
“Il primo intervento dell’esecutivo, il dl Aiuti quater, peserà poco più di 9 miliardi e prenderà forma alla fine della settimana, dopo la missione di Meloni in Egitto per la Cop27. Metà delle risorse serviranno per crediti d’imposta. Un miliardo per il taglio delle accise. Altri 4 circa per coprire gli acquisti del gas stoccato dal Gse, che non sarà più obbligato a rivenderlo entro il 2022, ma anche più avanti, a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica”.
Inoltre, al ritorno del G20 a Bali Meloni varerà la manovra, e come lei stessa ha assicurato lo scorso giovedì a Bruxelles, il Superbonus sarà abbassato al 90%, mentre resta in programma una rivisitazione del Reddito di Cittadinanza.
Infine, nelle prossime settimane, si terrà in Parlamento il confronto sulle modifiche al decreto anti-rave. Sulla questione, oltre all’opposizione, ci sarà anche il pressing di FI, allo scopo di abbassare il tetto massimo della pena e precisare meglio la fattispecie di reato.
In tal senso, il premier ha aperto a ritocchi, ma con un monito:
“Non siamo più la Repubblica delle Banane”.