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CASAVATORE – Excusatio non petita, accusatio manifesta

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Casavatore – La politica tocca stasera vette mai violate prima: in una seduta di Consiglio Comunale iniziata male e finita pure peggio, tra domande faziose e risposte confuse con toni sempre accesi, si è riscontrata una difficoltà evidente nel riportare al centro del dibattito gli interessi dei cittadini.

Oltre due ore di attacchi, ma soprattutto di giustificazioni, scuse patetiche ed evidenti imbarazzi. In apertura il Consigliere Del Prete, unico presente nei banchi dell’opposizione, esprime il dissenso dell’intera minoranza lamentando un sempre più scarso coinvolgimento e chiedendo chiarezza in alcuni atti, parlando di provvedimenti in “contrasto con le Leggi”, con un richiamo evidente al pasticcio relativo alla modifica fresca di delibera del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, che ha portato alla nascita del nuovo gruppo unipersonale del Movimento Cinque Stelle. Scelta, questa, necessaria per continuare a garantire al Consigliere Sorrentino il mantenimento sia della Presidenza di una commissione che la nomina a capogruppo e, nel contempo, recuperare la smarrita identità politica e la necessaria autonomia in seno ad una maggioranza che appare sempre più dilaniata e litigiosa, come del resto dimostrano gli interventi dei Consiglieri Palmentieri e Napolitano, accomunati da spiccata onestà intellettuale.

Segue l’abbandono dell’aula da parte di Del Prete, che non risparmia critiche feroci al Presidente del Consiglio, avanzando addirittura allo stesso una richiesta di dimissioni, a suo giudizio per manifesta incompetenza. Degno di nota l’intervento del Sindaco che, oltre a difendere il Presidente e la maggioranza tutta, condivide a favore di telecamera senza nascondere una tensione evidente le sue pesanti esternazioni in merito ad una presunta TRUFFA architettata dall’ex Sindaco Vito Marino relativa ai due voti di scarto, definiti appunto come “RUBATI nei seggi elettorali”, che consentirono a quest’ultimo di sedere, ma solo per un anno, sullo scranno più alto dell’ente.

Il Sindaco parla addirittura di vittoria in tribunale, nonostante nessuno sia a conoscenza della relativa denuncia in Procura, né se mai sia stata presentata. Probabilmente si riferisce, confondendosi, al giudizio di un Tribunale Amministrativo, che NULLA ha tuttavia a che vedere con il reato menzionato. Sarà pertanto necessario, da parte degli organi competenti, procedere alla necessaria verifica ed eventualmente individuare e punire i colpevoli, se esistenti.

Non mancano i soliti insulti ai detrattori di questa amministrazione presenti sui social, apostrofati simpaticamente come “i dieci scemi”. Nessuna meraviglia: è ormai abitudine consolidata dell’attuale amministrazione utilizzare Facebook solo per magnificare le proprie gesta e le operazioni ordinarie, o al massimo per accusare indisciplinati cittadini definendoli “falliti” e dileggiare presuntuosi dirigenti scolastici, oltretutto con scarsi risultati o rimediando qualche magra figura.

Nella sua appassionata accusa, poi, il Sindaco menziona velatamente la responsabilità di un “Presidente di seggio all’epoca delle consultazioni del 2020, ex consigliere comunale firmatario della sfiducia a lui mossa” (come buona parte degli attuali Consiglieri che curiosamente siedono in maggioranza) nel dicembre 2019, restringendo così la ricerca ad un solo nominativo, pur senza mai indicarlo: è evidente il riferimento a Luca Galiero, presente in sala, attivista decennale di un nutrito gruppo locale a sostegno del Movimento e Consigliere del Consorzio cimiteriale in quota Arzano, ex portavoce appunto nel 2019 in quanto candidato Sindaco del Movimento Cinque Stelle, e all’epoca dei fatti Presidente del seggio n° 9 nel quale furono annullati tre voti, quelli appunto che il Sindaco definisce “truffati”, due al candidato Maglione e uno al candidato Marino. Decisamente troppi indizi per poter lasciare adito a dubbi o interpretazioni. Ricordiamo, ad onor del vero, che il Sindaco Marino si aggiudicò la competizione elettorale per soli due voti.

Nessuna solidarietà giunge tuttavia a Galiero in questa palese campagna d’odio, come sarebbe stato lecito attendersi, da parte dei due componenti del M5S in Consiglio e in Giunta: nessuna decisa presa di distanze né difesa, nonostante le gravi accuse a chi ha degnamente rappresentato la stessa forza politica che ha garantito loro l’ingresso rispettivamente in Consiglio e in Giunta. Si spera sinceramente in un ravvedimento a breve.

Per il momento, si assiste ad un silenzio che si aggiunge all’imbarazzo del Consigliere Sorrentino, fuoriuscito a petto in fuori dal gruppo misto di Idea Democratica in piena campagna elettorale nonostante la palese violazione del Regolamento votato pochi giorni prima, e rientrato quindi mestamente con la coda tra le gambe chiedendo “asilo politico” al Presidente, atto che sancisce di fatto una nuova, inevitabile perdita di identità e di autonomia politica del Movimento in questa consiliatura.

Una FUGA SENZA VITTORIA, praticamente.

Concludo con una massima dello storico Tucidide, che mai avrebbe potuto essere più azzeccata:

“IL MALE NON E’ SOLTANTO DI CHI LO FA: E’ ANCHE DI CHI, POTENDO IMPEDIRE CHE LO SI FACCIA, NON LO IMPEDISCE”.

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