campania

Napoli. “È il capitano del Napoli” Bruscolotti un tasso usuraio benevolo

Pubblicato

il

La camorra gli avrebbe riservato un trattamento di “favore” perché era pur sempre il capitano del Napoli e una bandiera della squadra che vinse il primo scudetto. Un trattamento che comunque prevedeva tassi del 20% che secondo gli investigatori arrivavano a superare anche il 40%. La cosca aveva messo su un giro di usura che è stato sgominato questa mattina dall’antimafia. Un giro in cui era finito anche l’ex calciatore del Napoli impegnato nell’apertura e gestione di un centro scommesse nel quartiere. Prestito che poi l’ex calciatore avrebbe ripagato con tassi che sarebbero arrivati anche oltre il 40%. Il “patto” era quello di pagare una rata mensile tra i 2400 e i 2600 euro nei primi mesi, che poi sarebbe diventata di mille euro. 

Il pentito, le cui dichiarazioni sono state raccolte dall’antimafia, è Gennaro Carra che ha fornito numerosi dettagli sulle tante vittime del giro di usura messo in piedi a Fuorigrotta. Bruscolotti fece visita a Volpe nella sua abitazione e gli consegnò una busta con cinquemila euro sotto gli occhi di quello che sarebbe diventato un collaboratore di giustizia. Carra chiese informazioni a Volpe, riconoscendo la bandiera del Napoli, e ne ottenne in risposta il quadro della situazione debitoria dell’ex calciatore. A quel punto Carra fece notare a Volpe che si trattava di un tasso “favorevole” e ottenne in risposta che “si trattava del capitano del Napoli”. Nel maggio 2020 i carabinieri lo intercettano mentre parla con il figlio di Antonio Volpe. In quell’occasione chiese al clan di differire il pagamento della rata degli interessi perché era in difficoltà.

Popolari

Exit mobile version