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CAIVANO. In Italia Viva c’è chi prende distanze dalla camorra con una mozione e chi prende distanze dalla mozione.

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CAIVANO – Minacce, lettere minatorie, accordi sotto banco, rapporti stretti con la politica locale e tentativi di gestire i lavori pubblici. Questo è il modus operandi della criminalità organizzata sul territorio gialloverde. Quel tipo di organizzazione che è avulsa dal narcotraffico locale, l’altra sponda della criminalità caivanese, quella che vive al di fuori delle mura del parco e che da diversi mesi sta cominciando ad intessire rapporti anche con qualche coordinatore di partito. Ovviamente la natura di questi incontri che avvengono alla luce del sole non è data sapere ma se ricoprissi un ruolo pubblico me ne riguarderei bene dal frequentare certi personaggi, ma fortunatamente qualcosa, forse anche per la paura di un probabile nuovo scioglimento del Consiglio Comunale per ingerenze della criminalità organizzata, si sta muovendo, non senza qualche stranezza però.

La firma per contrastare questi strani movimenti sul territorio la mette proprio il partito di “Italia Viva” che attraverso una mozione presentata al Presidente del Consiglio chiede all’Amministrazione di creare un Comitato Comunale Anticamorra (centro di iniziativa per la lotta alla Camorra, ai poteri occulti, alla cultura della violenza e delle illegalità).

Forse accogliendo anche l’appello del sottoscritto che chiedeva lumi al Sindaco Enzo Falco sul perché non si fosse ancora indetta una gara ad evidenza pubblica sulla raccolta rifiuti e quello del collega Ciro Pisano dove invitava il primo cittadino a dichiararsi politico anticamorra e a stigmatizzare certi atteggiamenti sul territorio. Il partito di Renzi locale si fa portavoce di una mozione in cui si chiede alla fascia tricolore di dichiarare il comune di Caivano, un comune anticamorra, di porre in essere le opportune azioni per contrastare la camorra sul territorio, di esprimere vicinanza a tutte le vittime innocenti di camorra, di promuovere presso tutte le istituzioni scolastiche la cultura della legalità, di prevenire, condannare e contrastare tutte le forme di illegalità, di chiedere al Ministro degli Interni di prevedere un presidio di Polizia di Stato sul territorio, la possibilità di assumere agenti di Polizia Locale e di effettuare un’accurata analisi del fenomeno camorristico e delle sue evoluzioni sul territorio.

Lodevole l’iniziativa dei consiglieri di “Italia Viva” che finalmente creano un dibattito pubblico su un tema così attuale e sentito ma la cosa strana è che questo documento non è stato presentato e firmato da tutte le parti di “Italia Viva” bensì da solo due consiglieri comunali, Pietro Falco e Maria Falco.

E qui, ovviamente, le domande nascono spontanee: Al netto del Presidente del Consiglio Francesco Emione che non poteva spedire a sé stesso una mozione, perché i consiglieri Giamante Alibrico e Lello Del Gaudio non hanno partecipato a tale richiesta? Anche perché da occhio sul territorio, non posso non osservare che è pura coincidenza il fatto che i nomi di questi ultimi compaiono anche sull’ultima relazione dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche – redatta dalla Prefettura e presentata al Ministero degli Interni – ed è per questo che a maggior ragione, entrambi avevano l’obbligo morale di partecipare a tale iniziativa.

Sicuramente i cittadini caivanesi, anch’essi ottimi osservatori, sarebbero curiosi di sapere se il coordinatore di “Italia Viva” Armando Falco, nella sua posizione “imbarazzante”, sia al corrente di questa falla all’interno del suo partito e soprattutto che posizione avrebbe preso laddove ne fosse stato al corrente? Sarebbe stato d’accordo con i due Falco o avrebbe fatto spallucce come il duo Giamante-Del Gaudio? Vi terremo aggiornati sulla vicenda.

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