Si arricchisce di nuovi particolari la vicenda riguardante la morte del professore Toscano, l’insegnante ucciso nel cortile della scuola lo scorso martedì. Infatti, le indagini hanno accertato che l’uomo, avesse prestato dei soldi al collaboratore scolastico fermato dai carabinieri, e principale sospettato del suo omicidio. Quindi, sarebbe stato questo il movente che ha spinto il bidello, a compiere l’insano gesto.
Intanto, uno dei più cari amici e colleghi della vittima, il professor Raffaele Virgilio, ha voluto così ricordarlo:
“Marcello era votato al rapporto umano, fatto di ascolto e accoglienza verso il disagio sociale laddove si raccolgono valori reali, e di riconoscimento per la figura del professore. Era l’altro me, avrei voluto essere come lui nell’affrontare con leggerezza le situazioni che mi sembravano difficili. All’incontro con i carabinieri, martedì notte, l’ufficiale dell’arma mi ha detto che la mia deposizione era importante, perché amico del cuore di Marcello. La mia risposta, purtroppo, non è stata soddisfacente perché ho parlato dello sguardo di Marcello, della sua ironia, della sua scaltrezza, del suo essere sornione, della sua leggerezza e soprattutto della sua intelligenza. Chi ci darà la sua risata che si diffondeva nei corridoi? I suoi abbracci? Ho sempre scorto il sorriso sul volto di Marcello anche nei momenti apparentemente bui, e sarà così anche ora, mentre in televisione parlano di lui, lo immagino in quella risata che lo ha sempre contraddistinto, così come lo immagino nel suo stupore per la violenza che gli è stata riservata”.
Poi, aggiunge: “Marcello non avrebbe mai voluto che tutto questo si verificasse, soprattutto all’interno della sua scuola, avamposto di cultura e legalità in un territorio difficile, dove in alcuni momenti è più difficile vincere la diffidenza degli adulti che operare per fini educativi. Marcello avrebbe condannato la violenza fatta alla scuola, dove lui stesso è stata vittima, perché lui sapeva che ciò avrebbe potuto spegnere la speranza di tanti ragazzi che varcano la soglia della ‘Marino Guarano’, con la speranza di una vita diversa da quella che gli altri vogliono far credere”.