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Nursing Up De Palma: «Pronto soccorsi italiani nel caos, ed infermieri ormai costretti a navigare in un mare in tempesta.

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«Siamo alle prese con un triste bollettino di guerra, di cui non ci resta che fornire, quasi quotidianamente, amari aggiornamenti: la realtà dei pronto soccorsi italiani rappresenta, ahimè, lo specchio fedele delle criticità del nostro sistema sanitario. E i contenuti delle notizie che dobbiamo raccontare alla collettività con i nostri comunicati stampa, oltre a essere poco edificanti, delineano palesemente quali siano le condizioni con le quali sono costretti a convivere i nostri operatori sanitari. Inutile nascondersi: la cronaca dei giornalisti con cui siamo costantemente a contatto, da Nord a Sud, non fa altro che corroborare gli attendibili report dei nostri referenti locali che vivono sul campo la desolante realtà degli infermieri dei pronto soccorsi.

Le problematiche a cui facciamo riferimento difficilmente escludono territori virtuosi: i mesi trascorrono inesorabili, ma i pronti soccorsi rappresentano più che mai l’ago della bilancia per soppesare la qualità effettiva del nostro SSN. Il bilancio è sotto i nostri occhi. Turni disumani, carenza di personale, caos organizzativo, strutture vetuste, episodi di violenza ben oltre i limiti della tollerabilità umana ai danni degli operatori sanitari che diventano il macabro capro espiatorio dei disservizi con cui fare i conti, vere e proprie fughe di professionisti verso altri reparti o peggio ancora verso altri paesi, e dulcis in fundo, ma c’è davvero poco da gioire, bandi di assunzione che vanno letteralmente deserti per reperire personale, dal momento che le condizioni offerte non rispecchiano in alcun modo le competenze degli infermieri e tanto meno fanno il paio con il mutato costo della vita che mette letteralmente in ginocchio i nostri colleghi.

E allora scattano le dimissioni in massa, con l’incredibile paradosso che aziende sanitarie già economicamente in affanno, sono costrette a pagare quello stesso medico, che ora si appoggia a cooperative, e che poco prima lavorava nel pubblico, ben 120 euro all’ora. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. «Una vera e propria emergenza, da Nord a Sud, di cui stranamente nessuno osa parlare, su cui la politica tace e fa finta di nulla da troppo tempo. Come avevamo fatto alcuni mesi fa, analizziamo le situazioni regione per regione e questa volta è il centro-sud a finire nel mirino della nostra inchiesta.

CAMPANIA: Tiene banco l’incredibile caso del pronto soccorso del San Giovanni Bosco di Napoli, paradossalmente chiuso da agosto 2020. Come si ricorderà, questo nosocomio fu convertito a ospedale Covid durante la Pandemia. Da mesi e mesi la collettività partenopea attende la riapertura del presidio di pronto intervento, ed esisterebbero e come le condizioni, secondo i nostri referenti, da parte della direzione sanitaria, per favorire la riapertura, dal momento che, se il problema di fondo è la mancanza di personale, alcune recenti direttive regionali imporrebbero, nelle procedure concorsuali, ai medici neo assunti, di dover prestare obbligatoriamente servizio nei pronto soccorsi per un tempo non inferiore a due anni.  La piaga, di non poco conto, riguarda una sanità cittadina che, senza il pronto soccorso del San Giovanni Bosco, a Napoli, finisce con il pesare come un macigno su un Cardarelli che già da tempo rischia di implodere.

ABRUZZO: Carenza di personale all’acme, tempi di attesa lunghissimi. La riduzione di posti letto in ospedali come quelli di Popoli e Penne si scarica tutto sul pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, che somiglia sempre più a una polveriera, con malati anche in gravi condizioni che attendono ora prima di essere visitati e talvolta con un solo infermiere di turno al triage che deve occuparsi di decine di pazienti.

SARDEGNA: Di recente abbiamo già denunciato la situazione delicatissima degli infermieri sardi, con una nostra manifestazione e un nostro sciopero presso il Brotzu di Cagliari. La sanità territoriale sarda, con al primo posto i pronto soccorsi, sembra essere giunta all’acme della tolleranza».

LAZIO: Il pronto soccorso dell’ospedale San Camillo somiglia sempre più a un ring di pugilato. Gli episodi di cronaca nera si susseguono ripetutamente, con pazienti e parenti di pazienti fuori controllo, e con infermieri sempre più vittime di vili aggressioni, abbandonati letteralmente a se stessi», conclude De Palma.

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Napoli, controlli serrati dei carabinieri: sequestrati 400 kg di alimenti nello storico mercato

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Controlli serrati dei carabinieri a Napoli, in particolare al Vomero, dove nel corso della mattinata odierna sono state ispezionate 18 attività commerciali nell’area dello storico mercato di Antignano.

In particolare, tra carenze igieniche e mancanza di norme di sicurezza, diverse attività sono state sospese. Inoltre, sono stati sequestrati circa 400 kg di alimenti conservati in condizioni non idonee, ed elevate multe per un totale di oltre 30mila euro per violazioni sanitarie, occupazione abusiva della sede stradale e veicoli in sosta irregolare.

A Scampia invece, i carabinieri hanno denunciato due persone: un 28enne per possesso di un coltello a serramanico e un 41enne per aver allestito una struttura abusiva adibita alla vendita di dolciumi, alimentata da un allaccio illegale alla rete elettrica, poi sequestrata.

Tuttavia, non sono mancati i controlli alla circolazione, con 25 infrazioni al Codice della Strada notificate, per un totale di 23mila euro. Rimossi anche i veicoli abbandonati, presenti da tempo nel parcheggio del lotto K.

Infine, controlli straordinari dei militari della compagnia Stella anche in piazza Garibaldi e nelle aree limitrofe. Pertanto sono due le persone denunciate per ricettazione e riciclaggio.

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Campania, De Luca denuncia: “Caivano dimenticata dopo le Europee, spariti 30 milioni da proposta della Legge di Bilancio”

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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è intervenuto a margine dell’incontro all’Istituto Milani di Caivano per la presentazione dell’ecosistema educativo per l’area Napoli Nord, denunciando la scomparsa di alcuni fondi destinati al comune napoletano.

Ecco le dichiarazioni del governatore campano:

“Non ci siamo dimenticati di Caivano passate le elezioni europee, come sembra aver fatto qualcun altro. Abbiamo appreso, e questa è una notizia grave, che sui 40 milioni di euro che erano stati stanziati per Caivano, 30 milioni sono scomparsi nella proposta di Legge di Bilancio. Comunque sia noi adesso andiamo avanti”.

Poi, aggiunge: “Con i commissari di Caivano stiamo lavorando per approvare un progetto di riqualificazione urbanistica del Parco Verde. Più tardi abbiamo in giunta la presa d’atto di questo programma che è in variante urbanistica. E poi per quanto riguarda noi, direttamente la Regione, l’Acer, stiamo facendo un progetto per un altro quartiere di edilizia popolare che sarà completamente riqualificato. Insomma, cerchiamo di mantenere il massimo di attenzione e di sensibilità per tutta l’area nord di Napoli”.

A quel punto, De Luca si è rivolto ai ragazzi:

“Vi dico di stare attenti alla Camorra. Se vi avvicinano per dirvi ‘vi do un po’ di soldi’, ricordatevi che la Camorra porta a due strade: o carcere o morte”.

Inoltre, al suo arrivo a Caivano, De Luca è sceso dall’auto di servizio per incontrare i manifestanti dell’associazione popolare ‘Casa Mia’, radunati all’esterno dell’istituto Milani:

“Tutto quello che potevamo fare, noi lo abbiamo fatto. Che devo fare di più? la lotta armata?. Quando dipende da De Luca, De Luca decide e va avanti. In questo caso non dipende da De Luca, dipende dal governo nazionale. Noi abbiamo aperto un dibattito in Consiglio regionale, abbiamo definito una proposta. La competenza sull’abusivismo è del governo nazionale. La Regione Campania ha fatto una proposta al Parlamento che prevede l’abbattimento di alcune tipologie di abitazioni che non possono essere sanate. Per tutto il resto, parliamo di abusivismo che riguarda i quartieri di grandi comuni, la nostra proposta è di fare piani di recupero ad opera dei comuni con una sanatoria e il pagamento di un’ammenda”.

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Due Gronde per collegare i comuni a nord di Napoli: ecco il progetto

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Due Gronde per collegare i comuni dell’area metropolitana di Napoli Nord, in particolare a Ovest Chiaiano-Calvizzano-Licola e ad Est Giugliano-Cardito/Afragola-Zona Vesuvio/Nolana. Questo il progetto, previsto dal PUMS e approvato recentemente dalla Città Metropolitana di Napoli.

A tal proposito arrivano le parole del Consigliere delegato ai Trasporti della Città Metropolitana, Luciano Borrelli:

“Abbiamo sottoscritto l’Accordo con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la realizzazione di uno studio di natura trasportistica e ambientale per valutare soluzioni di trasporto pubblico per le due linee di Gronda che abbiamo previsto nel PUMS, tenendo anche conto delle indicazioni tecniche dei pregressi studi di settore, per pervenire una proposta di progettazione, sulla base degli indirizzi del Sindaco, Gaetano Manfredi, e del Consiglio Metropolitano”.

Pertanto, il Consigliere metropolitano delegato ai Fondi comunitari e nazionali per le Politiche di coesione, Giuseppe Sommese, ha così spiegato:

“Essendo risultata vincitrice del bando ministeriale con il progetto ‘Strategie per una mobilità sostenibile nell’area nord di Napoli’, la Città Metropolitana di Napoli si è aggiudicata un finanziamento di 166mila euro, cui ne deve aggiungere 41mila di risorse proprie, per un totale di 205mila euro per la realizzazione dello studio e dei programmi di formazione e comunicazione. Inoltre, le attività previste dovranno essere avviate entro due mesi e dovranno concludersi entro 18 mesi dal loro avvio”.

Per la realizzazione del progetto sarà creata una Cabina di regia di cui faranno parte la Città Metropolitana di Napoli, l’Università degli Studi Federico II di Napoli e gli Enti locali rientranti nel territorio di progettazione delle Gronde.

Tra i vari interventi previsti è stato evidenziato che i comuni a nord dell’area metropolitana non siano adeguatamente collegati tra loro da servizi in sede fissa. Il sistema, infatti, è sostanzialmente caratterizzato da linee radiali dirette, come i raggi delle ruote di una bici, verso il fuoco rappresentato da Napoli città. Quindi ciascun comune è collegato, in qualche modo, al capoluogo.

Da qui nasce l’idea del Piano di prevedere la realizzazione di due nuove linee di Gronda a Nord-Est e a Nord-Ovest di Napoli, che si combinano con le linee esistenti in sede fissa gravitanti principalmente sulla città, con cui vanno a formare un unico sistema complesso e integrato.

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