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Sanità, Nursing Up De Palma: «Con l’aggravarsi dei rincari energetici, gli infermieri italiani rischiano di trovarsi nel bel mezzo di un disastro sociale.

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 «Mesi fa, quando ancora le contingenze economico-finanziarie del nostro Paese, seppur gravi, non erano arrivate a toccare lo stato di emergenza attuale, il nostro sindacato fu il primo a lanciare l’allarme sul rischio concreto che gli infermieri potessero subire i pericolosi contraccolpi dell’inflazione record e dei rincari energetici.  Il Nursing Up non esitò a denunciare la concreta possibilità che gli operatori sanitari, vittime più che mai dei tristi mutamenti del costo della vita, potessero trasformarsi molto presto nei “nuovi poveri”, ingabbiati in una valorizzazione ancora lontana, e in un sistema che li trasforma, nonostante le innumerevoli competenze, tra i professionisti meno pagati della Vecchia Europa.

Ad oggi, agli sconfortanti dati della Ragioneria dello Stato 2020 che portano alla luce l’amara realtà di uno stipendio “medio” di circa 1700 euro al mese, che ahimè “non tocca certo a tutti gli operatori sanitari”, dal momento che è comprensivo di premi e di straordinari (questo equivale a dire che ci sono quegli infermieri che percepiscono cifre ben inferiori), si aggiunge la recentissima e autorevole indagine di Altro Consumo, che mette amaramente in evidenza una situazione economica che per la famiglia italiana rischia solo di peggiorare, da qui ai prossimi mesi, trascinando i cittadini in un pericoloso vortice dal quale sarà difficile uscire senza il concreto aiuto della nostra politica. Come sindacato delle professioni sanitarie, nelle ore cruciali della formazione del nuovo Governo, nel momento in cui si chiede alla collettività un voto di fiducia per costruire il nuovo Parlamento, non possiamo esimerci dal denunciare nuovamente, a gran voce, la desolante situazione degli infermieri e delle altre professioni sanitarie del comparto della salute, corroborando il nostro ennesimo grido di allarme con gli autorevoli dati di Altro Consumo». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Le previsioni dell’Associazione per la Tutela e la Difesa dei Consumatori ci raccontano di un quadro destinato solo a peggiorare. Le nuvole nere che si addensano sulla testa degli italiani, e naturalmente anche su quella degli infermieri, potrebbero davvero trasformare i professionisti della sanità “negli ultimi”, nei nuovi poveri. Secondo Altro Consumo, innanzitutto, da febbraio, il prezzo delle bollette, del carburante e di diverse altre risorse è lievitato in modo costante e preoccupante. E il problema vero è che tutto ciò andrà solo a peggiorare col passare dei mesi. In tutto il 2022, compreso l’ultimo trimestre, il costo totale delle bollette potrebbe arrivare a 3200 euro per una famiglia di 3-4 persone. Nel 2023, la spesa potrebbe aumentare addirittura del 75%: una famiglia di 4 persone potrebbe spendere 5.600 euro di luce e gas!

Circa 465 euro al mese per le sole bollette, quindi. Se ci sommiamo un eventuale affitto di 1000 euro (o un mutuo) per una città capoluogo medio-grande, e le spese per i beni di prima necessità e i costi di eventuali figli a carico, chiediamoci, dobbiamo farlo tutti, come potrebbe essere possibile, per un infermiere o un’ostetrica italiani, vivere con una media di 1700 euro mensili. Siamo di fronte, dice De Palma, al rischio concreto di un vero e proprio disastro sociale, con gli operatori sanitari che diventerebbero uno degli “anelli più deboli della catena”. Non possiamo meravigliarci allora del fatto che nella maggior parte delle regioni del Nord, da mesi, si registra una vera e propria fuga dalla sanità pubblica. In particolare, gli infermieri dei pronto soccorsi “polveriera”, stanno abbandonando in massa le aziende sanitarie, rinunciando anche a contratti a tempo indeterminato. Chi decide di continuare a indossare ancora il camice, preferisce appoggiarsi alle cooperative o aprire partita iva. 

E qui scatta l’ennesimo paradosso, visto che una sanità italiana che non naviga certo nell’oro, si trova costretta, considerata la carenza di personale, a rivolgersi a personale esterno per tappare la voragine esistente di 80mila professionisti, pagando un infermiere addirittura il doppio se non il triplo, e abbandonando letteralmente al suo destino chi decide di rimanere nel SSN. Una scelta assurda, incomprensibile da parte di chi dovrebbe finalmente decidere di valorizzare le forze di cui dispone già da tempo, quelle che hanno ampiamente dimostrato il proprio valore.  Le conseguenze di un mondo che sembra viaggiare completamente al contrario sono drammatiche: infermieri italiani sempre più poveri e un sistema sanitario traballante che rischia di non essere capace di rispondere a dovere alle nuove sfide, quelle da vincere a tutti i costi, quelle che richiedono, per salvaguardare la salute della collettività, un fabbisogno sempre più alto di professionisti, numericamente e qualitativamente parlando», conclude De Palma.

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Guerra, Putin avverte: “Il conflitto è globale, pronti a colpire Usa e Gran Bretagna”

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Durante un drammatico discorso alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il test su un obiettivo militare in Ucraina di un nuovo missile balistico ipersonico, l’Oreshnik. Ecco le dichiarazioni del leader del Cremlino:

“Il permesso dato dagli Usa e dalla Gran Bretagna a Kiev di attaccare in profondità il territorio russo con i missili da loro forniti ha fatto assumere al conflitto un carattere globale, e Mosca si riserva il diritto di colpire anche le infrastrutture militari di Washington e Londra”.

Inoltre Putin ha precisato che contro il nuovo missile, capace di viaggiare a 2-3 km al secondo, non esistono difese aeree efficaci. Mosca continuerà a testarlo in questo conflitto, scegliendo gli obiettivi “sulla base delle minacce alla sicurezza della Federazione Russa”, ma avvertendo in anticipo i civili perché abbandonino le aree che potrebbero essere attaccate.

Tuttavia, il monito più inquietante lo ha lanciato agli Usa e alla Gran Bretagna, confermando che sei missili Atacms americani e un numero imprecisato di Storm Shadow britannici sono stati lanciati tra martedì e mercoledì sulle regioni russe di Bryansk e Kursk.

Pertanto, Putin ha aggiunto: “Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono l’impiego delle loro armi contro le nostre strutture. E in caso di un’escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo deciso e simmetrico”.

Secondo il presidente, “la Russia è pronta a risolvere pacificamente tutti i problemi, ma è pronta anche a qualsiasi sviluppo degli eventi”.

Poi, l’attenzione del leader russo, si sposta sugli Stati Uniti e sul nuovo presidente Trump, il quale aveva promesso di riportare la pace tra Mosca e Kiev:

“Gli Stati Uniti hanno sbagliato a stracciare unilateralmente il Trattato sulle forze intermedie nucleari (Inf) che, firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, aveva messo al bando gli euromissili. E la decisione di abbandonarlo fu presa proprio durante la presidenza Trump, nel 2019. Quindi Mosca deciderà se e dove schierare missili a corto e medio raggio sulla base delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti”.

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Salvini sulla decisione della Corte Penale Internazionale: “Se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto”

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Il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto a margine dell’assemblea Anci, parlando della recente decisione della Corte Penale Internazionale di elevare un mandato d’arresto nei confronti del leader israeliano Netanyahu.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri. Non entro nel merito delle dinamiche internazionali. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l’incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medioriente mi sembra irrispettoso e pericoloso, perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà, le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali”.

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Giugliano, via Santa Caterina da Siena rivede la luce dopo sei anni: l’annuncio del sindaco

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Via Santa Caterina da Siena a Giugliano rivede la luce dopo sei anni di attesa. Infatti, dopo il crollo dovuto alle forti piogge del 23 febbraio 2018, arrivano buone notizie.

L’annuncio è stato dato dal sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi:

“È una notizia che segna un momento fondamentale per la nostra città: la Regione Campania ha approvato un finanziamento di 20 milioni di euro per il rifacimento del collettore fognario di via Santa Caterina da Siena. Si tratta di un’opera attesa da oltre 6 anni, da quella terribile notte in cui la strada crollò, causando enormi disagi e difficoltà per i residenti di via Santa Caterina e delle zone limitrofe”.

Poi, prosegue: “Questa situazione non poteva e non doveva continuare oltre. Fin dall’inizio del mio mandato, mi sono battuto con determinazione per ottenere le risorse necessarie a risolvere definitivamente questo problema. Oggi posso dirvi che quella promessa non è rimasta tale: abbiamo raggiunto un traguardo importante, che rappresenta un segno concreto del nostro impegno quotidiano per migliorare la città”.

Infine, Pirozzi ha poi spiegato che è in fase di realizzazione il progetto esecutivo:

“Dopo l’aggiudicazione dell’appalto finalmente partiranno i lavori, ponendo fine ad una situazione che per troppo tempo ha penalizzato il nostro territorio”.

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