Resta sintonizzato

Editoriale

Elezioni Politiche. Conte si vanta del Reddito di Cittadinanza ma il padre del provvedimento è Luigi Di Maio

Pubblicato

il

ROMA – È incredibile come l’ex Premier Conte abbia messo su una campagna elettorale interamente fondata sulla menzogna e basata sulla memoria corta degli italiani. Ne va dato atto all’ex Premier che grazie a queste suoi “valori”, se così li possiamo chiamare, è stato in grado di far risalire il proprio partito nei sondaggi, portandolo fino al 12,2% dei consensi nazionali.

Ma, come diceva il buon Don Peppino Diana, per amore della verità non taceremo, come facciamo da sempre noi di Minformo, e per questo dobbiamo informare i nostri lettori e follower che l’attuale leader del M5S dimentica di aver approvato fino a Luglio del 2022 tutti i provvedimenti fino ad allora prodotti dal Governo Draghi. In due mesi Giuseppe Conte è stato in grado di fare un’operazione di ricostruzione di verginità politica in soli due mesi, andando in giro per l’Italia in manica di camicia, giusto per dare un’immagine di sé che si avvicinasse sempre più ad un uomo del popolo, presentandosi come un martire dell’agenda politica sociale violata, dimenticandosi che per tre dei quasi cinque anni della scorsa legislatura è stato lui il Premier.

Colui che ha firmato i provvedimenti dei monopattini e dei banchi a rotelle e che portò l’Italia all’ultimo posto in Europa come organizzazione e approvvigionamento vaccini negli anni della pandemia. Conte è stato quello che grazie al famoso bonus del 110% ha permesso la speculazione sulle materie prime dell’edilizia e infine se ne va in giro per l’Italia rivendicando la misura del Reddito di Cittadinanza.

Un provvedimento fortemente voluto dalla base del M5S di cui Conte non ne ha fatto mai parte, visto che lui è sempre stato espressione dell’elite pentastellata, quella stessa elite entrata nel partito grillino ai tempi dei favori dei sondaggi.

Se tra i candidati ci dovesse essere uno che si dovrebbe vantare del provvedimento quello sarebbe Luigi Di Maio, oggi candidato con Impegno Civico nella coalizione di centrosinistra insieme al PD.

Luigi Di Maio da sempre, insieme a Beppe Grillo e al direttorio del vero Movimento 5 Stelle è stato colui che ha firmato la Legge da Ministro del Lavoro ed è quello che attualmente dovrebbe avere l’ardire di rivendicare un tale provvedimento giusto o sbagliato che sia. Questo poi, lo stabiliranno gli italiani alle urne.

Caivano

CAIVANO. Ringrazio il Presidente Mattarella ma condanno tutti quelli che strumentalizzano la sua visita

Pubblicato

il

CAIVANO – Anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella e mi scuso se lo faccio in ritardo ma deformazione professionale vuole che prima di agire bisogna capire e osservando, ascoltando i colleghi e leggendo la gente comune dai social, ho potuto maturare meglio la mia personale interpretazione. D’altronde è la stessa cosa che hanno fatto tutti con la sola differenza, quella che gli altri sono affetti dall’ansia da prestazione.

Dicevo: anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua venuta non programmata, accompagnato dalla sola scorta di ordinanza e non quella delle visite ufficiali, all’insaputa di tutti e anche all’insaputa di una gran parte della Stampa – perché così ha voluto il Prefetto Michele di Bari, unico ad essere a conoscenza della visita presidenziale dopo il prete Patriciello che l’ha invitato – ha dimostrato a tutti che all’interno del Parco Verde, oggi, non esiste alcun clima di tensione come volevano farci credere in occasione della mancata messa di Natale. Un po’ come tenne a precisare il Governatore De Luca all’indomani dei blitz meloniani quando si venne a prendere, da solo, un caffè al bar del Parco Verde.

Voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua presenza ha rassicurato il tanto spaventato prete Patriciello e ringrazio il Capo dello Stato per averlo incoraggiato ad andare avanti nel suo lavoro – quale? Questo è a libera interpretazione – senza paura e senza timore ma soprattutto senza sbandierare ai quattro venti la sua personale sensazione di pericolo, poiché lo Stato gli è vicino. Questo è il messaggio autentico lanciato dal Presidente Mattarella.

E voglio ringraziare ancora il Presidente della Repubblica perché da uomo libero, senza nessuna appartenenza politica, da cattolico puro e garante dei nostri diritti sanciti dalla nostra bella Costituzione, è stato l’unico personaggio politico venuto qui a Caivano a mostrare e a dichiarare il suo imbarazzo ad agguantare un microfono in Chiesa dando le spalle al Santo Sacramento ma purtroppo la sua aura da uomo di Stato non poteva farlo esimere da fare almeno gli auguri alla comunità caivanese nel nome di quella speranza tanto decantata anche durante il suo discorso di fine anno. Perché le sue parole e il suo messaggio è stato questo e solo questo, senza dare libera interpretazione a chicchessia.

Ed è per questo motivo che condanno qualsiasi strumentalizzazione venga fatta o sia stata già fatta a mezzo social da personaggi appartenenti alla vecchia classe dirigente che ad oggi devono ancora spiegare ai cittadini caivanesi i loro rapporti con esponenti della criminalità organizzata, i profili di abusivismo della loro famiglia e dei loro amici, e il loro silenzio in questi quasi due anni di onta ai danni della comunità gialloverde.

Soggetti politici coinvolti in un processo penale a dimostrare ancora la propria innocenza in merito a scambio di voto e rapporti con la criminalità organizzata che, attraverso un post social dedicato alla venuta del Capo dello Stato a Caivano, si permettono di dare lezioni di legalità a qualche cittadino che dalla società civile cerca di difendere la reputazione sua e dei suoi concittadini.

Altri personaggi politici che approfittando della visita del Presidente della Repubblica, aprono di fatto la propria campagna elettorale con la frase: “Le parole di Mattarella e la Sua visita di oggi, come sempre, ci spronano all’impegno civile per la rinascita della nostra comunità. Il Capo dello Stato ha così segnato il solco da seguire d’ora in avanti, a diversi livelli: con provvedimenti legislativi e con il costante controllo, ma anche a livello locale nel nostro piccolo, con politiche concrete per costruire una nuova realtà per la nostra città”.

Ma dove? Quando? E perché il Presidente Mattarella avrebbe dovuto avvertire l’esigenza di buttarla in politica? Quale solco da seguire? Quello della speranza? Oppure attraverso gli auguri questo personaggio è stato in grado di leggere chissà quale endorsement politico? Ma la vogliamo smettere di strumentalizzare sempre tutto?

Piuttosto questo personaggio politico, deve spiegare ancora alla cittadinanza, come mai durante i suoi dieci anni seduti in Consiglio Comunale, avendo fatto parte delle ultime due Amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni camorristiche non si è mai accorto di nulla, non denunciando nulla? Perché è rimasto in silenzio per tutto il tempo che va dallo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, passando per l’etichetta di camorristi e criminali affibbiata alla nostra comunità dai media nazionale e dal Decreto Caivano, fino alla venuta di Sergio Mattarella? Perché è rimasto in silenzio quando la Polizia Locale ha chiuso il bar del fratello perché abusivo? Perchè parla proprio ora?

Semplice. Nella peggiore delle ipotesi, se entro il 15 febbraio prossimo la Prefettura comunicherà al Ministro degli Interni l’esigenza di prolungare per altri sei mesi la durata della Commissione Straordinaria, secondo l’art. 143 del TUEL – se lo andassero a studiare alcuni giornalisti e blogger ignoranti in materia che divulgano solo notizie false e tendeziose – si andrà a votare per le elezioni amministrative nella finestra che va dal 15 novembre al 15 dicembre.

Ecco! Questo è il motivo per il quale alcuni “ignavi”, come amo definirli io dato il loro silenzio quando si tratta di affrontare temi scomodi e scottanti, oggi cominciano a dare destrezza ai loro polpastrelli. In realtà l’unico vero motivo che smuove questi uomini di sistema, ottimi allievi di una vecchia politica stantìa dedita solo all’interesse personale è l’odore della poltrona e null’altro.

Ma Caivano, dopo tutto quanto passato, ha il diritto di cambiare, ha il diritto di essere amministrato da una nuova, nuovissima classe dirigente. Non esistono errori commessi o colpe personali – quelle sono già state ascritte a chi oggi sta conducendo un processo penale – esistono soprattutto responsabilità politiche oggettive ed è giunta l’ora che ognuno della vecchia classe dirigente, soprattutto questi personaggi che oltre tutto configurano anche una continuità amministrativa con le amministrazione sciolte per ingerenze criminali, se ne facciano carico e lascino che Caivano goda di una nuova, vera primavera.

Continua a leggere

Caivano

CAIVANO. Continuano le mistificazioni e la distorsione della realtà. Adesso ci si mette anche il Vescovo.

Pubblicato

il

CAIVANO – A qualcuno piace la confusione. Prima la genera nei ruoli, invadendo un campo a lui non congeniale, poi si sostituisce alle istituzioni, poi le invoca e quando queste ultime, con tanta fatica e sprovvedutezza, dal punto di vista, almeno, della sicurezza, riescono a stabilire un clima alquanto sereno, ritorna a confondere le idee con una mistificazione della realtà, perché guai se a Caivano termini o venga risolta l’emergenza. Come ha tenuto a ribadire la Premier Giorgia Meloni ad Atreju nei confronti di Roberto Saviano: “fosse mai che non c’è più niente su cui fare una serie tv milionaria?”. A Caivano invece si può tranquillamente parafrasare: “fosse mai che non c’è più niente di emergenza sociale affinché continuino ad arrivare fondi per le bonifiche?”.

La verità è che oggi a Caivano il clima di tensione per quanto riguarda gli sgomberi è alle spalle. Come era prevedibile, sotto le tende ci sono rimaste solo pochissime famiglie disperate che di roccocò, veneziano e barocco avevano solo il gusto orrendo di arredare casa con mobilia scadente che potesse simulare l’arredamento dei grandi camorristi. Anche il numero di agenti e militari che presidiano la città è inferiore rispetto a quello dei primi giorni, segno che la tensione si è affievolita. Gli sgomberati hanno trovato sistemazione altrove. Altri sono ancora nelle case e parlo degli affiliati che non hanno condanne passate ingiudicato o associazioni mafiose (416 bis) ma che comunque sono conniventi con la camorra e attigui al clan ancora persistente sul territorio. Per questi c’è ancora da capire se il Governo li reputi camorristi oppure no. Il sottoscritto ha cercato di porre questa domanda al Ministro degli Interni Matteo Piantedosi ma la sua risposta è stato vaga. Si è limitato solo a dire che stanno controllando tutti e che chi verrà trovato privo di requisiti verrà sgomberato. Ma per ora resta solo la speranza per le altre 210 famiglie di aggrapparsi al Programma Speciale per il Parco Verde nato dalla convenzione Comune-Regione Campania.

Allora perché si continua a mistificare la realtà? Perché montare un altro caso mediatico sulla scelta, legittima, ma pur sempre una scelta personale, di non voler celebrare la messa alla vigilia di Natale da parte del prete Maurizio Patriciello? Perché raccontare all’Italia intera di una tensione non percepibile ad occhio nudo? Proteste non ce ne sono! Le famiglie rimaste sotto le tende oramai vanno via via rassegnandosi alla perdita della loro casa e a fatica stanno cercando chi è disposto a fittare loro una casa. Le loro attenzioni sono rivolte ad altro. Le loro preoccupazioni sono quelle di dare un tetto ai loro figli e non di vendicarsi contro chi fino alla data degli sgomberi aveva promesso loro di poter influire sulla Premier Giorgia Meloni, scrivendo una lettera aperta o vantandosi di avere il numero della Premier in tasca e poterla chiamare amichevolmente in qualsiasi istante della giornata, alimentando negli sgomberati false speranze.

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso! La chiesa non è vuota per le pressioni della criminalità organizzata come più spesso si asserisce e si dichiara agli organi di stampa compiacenti, allineati e coperti al Sistema propagandistico di questo governo che finora a Caivano non ha risolto il problema sociale, lo ha solo procrastinato. Anche perché poi, da caivanese, sarei curioso di sapere una verità: se da un lato la Premier Giorgia Meloni mentre relaziona alla Camera e al Senato asserisce di aver buttato fuori la camorra di Caivano, com’è che poi si ripresenta sottoforma di intimidazione per non fare entrare fedeli in chiesa? Allora la domanda nasce spontanea: La camorra a Caivano esiste ancora o è stata debellata da questo governo?

Premesso che la camorra a Caivano c’è e continua a fare i suoi porci comodi, lontana dai riflettori e dai vittimismi di chi ancora una volta tenta di attirare le telecamere all’indomani del suo periodo più alto di impopolarità. Fino a prova contraria chi ha chiuso le porte della Chiesa ai fedeli è stato il prete Maurizio Patriciello in piena autonomia. Chi non ha celebrato messa è stato il prete che da anticamorra ha dimostrato, legittimamente, di aver paura, denudandosi di quell’aura mistica che da più di dieci anni si era creato con tanta fatica e phard e mostrandosi, finalmente, al mondo intero come un semplice uomo, pavido e indifeso, lasciando intendere ai propri fedeli che forse, in questo contesto, molto più grande di lui, ci vogliono ben più alte competenze e neanche la toga poteva fare miracoli.

Allora perché cercare di intenerire il pubblico dei media allineati con la storiella della messa di mezzanotte, quando è risaputo che dal Covid in poi tutte le parrocchie, compreso il Papa, hanno spostato l’appuntamento alle 18/18:30 del 24 dicembre?

Diciamo le cose come stanno. Io mi sono stancato delle mistificazioni, delle narrazioni fuorvianti fatte ai danni della mia cara città. Dopo tutto quello che è successo è giunta l’ora di dire BASTA! La chiesa è vuota perché per la stragrande maggioranza è sempre stata frequentata da persone estranee al Parco Verde, una elite attratta dal potere mediatico del don, più che dalla fede cristiana del santo sacramento. I parcoverdiani, la domenica mattina, li potevi contare sulle punte delle dita. Ed è normale che dopo tutto il clamore mediatico negativo e pericoloso collegato alla propaganda di governo fatta di mitra e carri armati, la chiesa viene isolata, dato che i pastorelli imbellettati e incravattati che venivano anche da fuori le mura di Caivano per adorare il prete anticlan – così come lo apostrofava stamattina “Il Mattino” – hanno avuto paura dei potenziali tumulti tanto reclamizzati a mezzo stampa.

Un’altra domanda che mi pongo è la seguente: ma perché la Chiesa non riesce a stare fuori dalla lotta anticrimine che ha inteso imbracciare il Governo? Perché non si lascia spazio alle istituzioni e a chi ha competenze e ruoli per porre la parola fine al degrado nella nostra amata città?

Stamattina leggo anche le dichiarazioni del vescovo di Aversa Mons. Angelo Spinillo che tra una riposta e l’altra data al collega de “Il Mattino” dove cercava di tutelare l’immagine di Patriciello ha commesso il grave errore di distorcere il vero significato di Chiesa, asserendo di conoscere e condividere la scelta del prete Maurizio Patriciello di chiudere i battenti della chiesa in faccia a tutti i parrocchiani del Parco Verde, anche quelli ritenuti non camorristi. Ha creduto al millantato clima pesante e si è allineato ai suggerimenti della Prefettura che, legittimamente, tenta di tutelare l’uomo in quanto essere umano.

“La Chiesa è unita in questo momento difficile e affermare i principi del Vangelo è una missione molto impegnativa” parole e musica del Mons. Spinillo. Eppure io ricordo di preti che sotto i bombardamenti andavano nelle missioni di guerra a dare supporto e sollievo spirituali ai soldati in fin di vita. Non credo che Caivano sia considerata alla stregua della striscia di Gaza eppure per Spinillo è una missione molto impegnativa affermare i principi del Vangelo a Caivano. Ma stiamo scherzando? Ma per quanto tempo ancora la mia città deve subire queste angherie da parte di questi personaggi togati ma che nulla hanno a che fare col vero pensiero ecumenico e caritatevole del pensiero cristiano evangelico?

E poi: “Meno fedeli in chiesa, meno famiglie partecipi, meno bambini al catechismo. Capisco che la situazione che sta vivendo Caivano è pesante…”. Caro Mons. Spinillo questa situazione la vive solo la parrocchia di Maurizio Patriciello. Le altre parrocchie di Caivano pululano di fedeli. Ieri abbiamo fatto un evento nella Parrocchia Maria SS Annnunziata ed era stracolma di fedeli. La domenica mattina Annunziata, Cappuccini e Santa Barbara sono agghindate a festa e le messe vengono celebrate regolarmente tra la folla dei fedeli acclamanti. Caivano non è la narrazione dispregiante di Maurizio Patriciello. Caivano è una periferia con tanti problemi legati alla criminalità organizzata certo, ma è una città abitata dalla stragrande maggioranza da persone perbene e laboriose che la mattina si sveglia per andare a lavorare e la domenica in chiesa ad ascoltare le omelie che i parroci offrono ai fedeli. Lei, caro Monsignore dove vive? È mai stato a Caivano? O adesso si informa solo per interposta persona? Venga la domenica a trovare altri parroci e vedrà come il racconto di Caivano cambierà e i suoi occhi finalmente potranno cibarsi della verità. La aspettiamo Monsignore.

Continua a leggere

Afragola

Assunte nipote della Castiello e figlia del suo dominus politico all’Università dove l’attuale compagno è Rettore.

Pubblicato

il

CAIVANO – Ancora una volta devo assistere alla Propaganda di regime. Ancora una volta devo ascoltare le bugie del regime clericofascista che si è instaurato a Caivano. Ancora una volta devo assistere alle passerelle di legalità fatte da gente che di legalità, abbiamo già dimostrato a chiare lettere, non possiede neanche il pensiero.

Stamattina si è inaugurato il sistema di videosorveglianza al Comando della Polizia Locale di Caivano. A presenziare all’evento è il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano in compagnia della sottosegretaria ai rapporti col Parlamento Pina Castiello.

Ancora lei, l’ereditiera del ranch abusivo inesistente fino al 2004 e accatastato chissà come nella parte inferiore al netto dei sottotetti e della piscina. La plenipotenziaria dell’ex Senatore Vincenzo Nespoli condannato in secondo grado a otto anni di reclusione nel processo “Sean”, a nove anni nel processo “La Gazzella” per bancarotta fraudolenta, a un risarcimento in favore del curatore del fallimento della società «La Gazzella srl» per la “modica” somma di oltre 16 milioni di euro, alla quale si aggiungono anche le spese legali di primo e secondo grado, che ammontano a quasi 130mila euro e che non ha mai interrotto il rapporto politico e amicale con la sottosegretaria della Lega.

Oggi scopriamo, inoltre, che grazie a questo fatidico rapporto le file del partito del carroccio in Campania si infoltiscono con l’entrata della sezione carditese capeggiata dal Consigliere Comunale Nunziante Raucci che durante le scorse elezioni politiche ha portato in dote al partito ben 397 preferenze per una percentuale pari al 4,60%, ponendo un grosso argine di contrapposizione in città alla scalata del Sindaco Giuseppe Cirillo alla Regione Campania.

Coincidentalmente però nello stesso periodo vengono assunti all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Caserta lo stesso Nunziante Raucci, la figlia dell’ex Senatore Enzo Nespoli, Angela e la nipote della sottosegretaria Pina Castiello, figlia della sorella Rosmunda, tale Viviana Capone e altra coincidenza vuole che il rettore dell’Università Vanvitelli sia proprio Giovanni Francesco Nicoletti, nientepopodimenoché, l’attuale compagno della sottosegretaria Pina Castiello.

Troppe coincidenze per non pensare a qualcos’altro. Ma torniamo alla videosorveglianza presentata stamattina in pompa magna dalla Castiello, da Mantovano e dalle bugie dette dalla Stampa di regime. La dimostrazione valida che presentando il sistema di videosorveglianza c’è stata la chiara volontà di attuare ancora la famosa propaganda di regime sta nel fatto che a tale evento sono stati invitati tutti gli organi di stampa tranne la nostra testata e siamo sicuri che sia stato fatto apposta per due validi motivi, uno perché non poteva non mancare da parte nostra qualche domandina “scomoda” da porre alla sottosegretaria Castiello e il secondo motivo è che non essendo un organo di stampa allineato e coperto al regime cattofascista che si sta instaurando sul territorio, non avremo perso tempo a scrivere il contrario di quanto hanno fatto i colleghi allineati al pensiero meloniano, ossia che i fondi della videosorveglianza non sono stati messi a disposizione dal Governo Meloni bensì erano soldi già in pancia all’ente comunale e facevano parte delle risorse FSC 2014-2020 per il finanziamento del CIS “Dalla Terra dei Fuochi al Giardino d’Europa” per un valore di € 1.160.127, 05 più € 100mila presi dall’Autorizzazione di spesa a valere sul Programma operativo complementare “Legalità” 2014-2020.

Tali fondi sono anche menzionati e descritti regolarmente nel Piano Straordinario redatto dal Commissario del Governo per il risanamento del territorio Fabio Ciciliano, non lo dice solo un giornalista in netta contrapposizione con la riqualificazione clientelare e scellerata che sta attuando la Premier Giorgia Meloni.

Il Governo Meloni e il suo strascico di Ministri e Sottosegretari si sbracciano affinché la gente sappia che tali fondi siano stati messi a disposizione da loro perché artatamente all’inizio del loro insediamento hanno tenuto bloccati i 220 milioni di fondi CIS messi a disposizione dall’allora Ministro per il Sud del Governo Draghi, Mara Carfagna e che distribuì su 52 comuni ricadenti nell’area interessata dalla cosiddetta Terra dei Fuochi. Tanto è vero che l’ex Ministra in un suo intervento alla Camera invitò proprio la Premier Meloni a sbloccare tali fondi per far respirare i comuni afflitti dal problema annoso dei roghi tossici e del mercato parallelo e sommerso legato a tale fenomeno, come si può ascoltare qui in questo video social.

La continua propaganda del Governo Meloni fa sempre più paura, dato che alla stregua del messaggio che si vuole far passare di aver buttato fuori 36 famiglie camorriste dal Parco Verde, nascondendo ai più che all’interno di quel Parco si sta dando la possibilità di regolarizzarsi a boss egemoni, affiliati e appartenenti al cerchio magico delle zone d’ombra vicino all’ambiente clericofascista, con la scusa che all’interno di quei nuclei familiari non vi siano associazioni mafiose e condanne passate ingiudicate per più di sette anni, quando poi tutti noi sappiamo che non c’è molta differenza tra affiliati e associati, così, qualsiasi cosa che si faccia sul territorio si vuole lasciare intendere che sia stato fatto dal Governo Centrale, come i progetti PNRR legati ai lavori della villetta comunale che dovrà sorgere al posto del Campo “E. Faraone”, la torre dell’orologio e l’altra villa comunale di via Lanna. Mala tempora currunt, miei cari concittadini.

Continua a leggere
Pubblicità
Pubblicità

Popolari

Copyright © 2020 Minformo - Testata giornalistica reg. 20/2016 Tribunale Napoli Nord - Direttore Responsabile Mario Abenante - info@minformo.com - Privacy Policy