Sono passati ormai 18 anni dalla morte di Marco Pantani, ma il mistero che avvolge quella sera del 14 febbraio 2004, resta ancora irrisolto. Tuttavia, il senatore del M5S Giovanni Endrizzi, che ha coordinato il Comitato preposto tra i lavori della Commissione Antimafia, ha così parlato a margine di una conferenza stampa:
“Le verità consegnate non sono soddisfacenti, né per la cosiddetta squalifica, o meglio sospensione al Giro, né per le vicende che portarono alla morte del ciclista Marco Pantani. Fa specie che nessuno, abbia mai voluto considerare quali erano le regole per quei controlli. Nessuno ha verificato cosa prevedevano i protocolli per le analisi: noi abbiamo verificato che questi protocolli erano lacunosi, non rispettati nella prassi. Basta soltanto pensare a come non fosse previsto nemmeno il sigillo delle provette”.
Poi, sull’eventualità che dietro alla possibile manipolazione delle analisi, ci sia l’azione delle Mafie, egli ha così commentato:
“Noi abbiamo ascoltato Renato Vallanzasca che, ricordo, disse chiaramente di essere stato avvicinato e incoraggiato a puntare, perché Pantani ‘avrebbe perso il Giro’, che stava invece dominando. Quelle dichiarazioni le abbiamo rivalutate e riponderate. Allora, forse, era possibile identificare chi fosse stato a fare quelle rivelazioni, ma si scelsero altre strade investigative. Il dubbio che ci possa essere stata una mano delle Mafie rimane un’ipotesi aperta”.
Poi, conclude: “Abbiamo riscontrato porte investigative non prese in considerazione. Alcune le abbiamo aperte, altre sono affidate alle procure competenti su entrambi i fronti, plaudiamo la Procura di Rimini che ha riaperto un fascicolo”.