Attualità

Accuse di molestie al senatore Richetti, che così replica: “Hanno mandato messaggi falsi, raccontate cose mai accadute”

Pubblicato

il

Il presidente di Azione e ricandidato in Emilia Romagna alle prossime elezioni Matteo Richetti, è stato accusato di molestie sessuali.

In particolare, il caso nasce dopo un articolo pubblicato dal sito FanPage, nel quale si parla di “un senatore della Repubblica ai piani alti di un importante partito, che è accusato da una donna di averla abusata nel suo ufficio istituzionale. Dopo mesi di indagini, siamo entrati in possesso di documenti, tra cui chat, audio e mail che coinciderebbero con il suo racconto e per questo, riteniamo opportuno raccontarlo”.

Tuttavia, Azione ha subito preso le difese del suo presidente, che ci ha tenuto lui stesso a chiarire la propria posizione. Ecco le sue dichiarazioni:

“Hanno costruito messaggi falsi e li hanno attribuiti a me. Hanno mandato un video anonimo che racconta cose mai accadute. Io ho denunciato, chi mi calunnia no. Sono mesi che accade questo e ora esce ogni tipo di falsità, e io devo fare chiarezza? Più di così?”.

Pertanto, Richetti, nel corso di un’iniziativa elettorale svoltasi a Parma, ha così aggiunto:

“Quello scambio di messaggi è costruito in maniera artefatta, non li ho mai né ideati, né pensati né inviati. Io ho passato la mia vita a combattere la violenza sulle donne, e mi sento impotente di fronte ad una costruzione tutta inventata. Ci sono decine di migliaia di persone che mi dicono di vergognarmi, ma io quelle cose non le ho mai fatte. Io ho denunciato da un anno alla Procura di Roma, chi mi rivolge accuse gravissime. La calunnia e la diffamazione si affrontano nelle aule dei tribunali. Noi non abbiamo la benevolenza dell’informazione, c’è racconto un po’ distorto e io ne sto vivendo uno che mi sta tagliando la carne addosso. Questa vicenda emerge ora, perché mancano pochi giorni alla campagna elettorale, io sono convinto che ci rafforzerà. Andiamo a testa alta non solo per quello che diciamo, ma soprattutto per quello che siamo”. 

In difesa del proprio presidente, sono scesi in campo sia Renzi che Calenda. Il primo, dichiara che “certe vicende, a mio giudizio, vanno trattate nelle sedi competenti che sono il tribunale. La denuncia sui giornali e non in tribunale, mi sembra poco seria”.

Il secondo invece, parla di un vergognoso attacco: “Io non so dove è mai accaduto nella storia di una democrazia occidentale, che si intervisti una persona anonima su una denuncia mai fatta all’Autorità Giudiziaria, relativamente ad accuse non verificate ad un senatore della Repubblica in campagna elettorale”.

Poi, Calenda aggiunge: “Oggi, abbiamo mandato l’atto di denuncia di 12 mesi fa, con i messaggi che questa signora ha mandato a Richetti, da cui si capisce perfettamente che siamo di fronte ad una persona che non sta bene e che tutto era, tranne che molestata. Questa è una delle pagine più vergognose del giornalismo italiano degli ultimi anni, che pure di pagine vergognose ne ha molte, perché FanPage era perfettamente avvertita della situazione, con tanto di riferimenti di chi si stava occupando delle indagini e ha deciso di ignorarlo, perché l’unica cosa che interessava era fare un attacco politico durante le elezioni e talmente poco ha avuto coraggio, che non ha avuto nemmeno il coraggio di mettere il nome di Richetti, ma solo una mezza foto da cui era riconoscibile. Queste cose, nei Paesi normali non accadono. Io spero che Richetti, quereli Fanpage”.

Popolari

Exit mobile version