VENEZIA – Volge al termine il Festival di Venezia 79, edizione descritta dalla madrina Rocio Munoz Morales come di “straordiaria normalità” riferendosi alle modalità di svolgimento dell’evento a seguito degli anni della pandemia da Covid-19.
L’Italia presente in massa, porta a casa un premio importante proprio come lo scorso anno fu per Paolo Sorrentino e E’ stata la mano di Dio: il Leone d’argento, il premio per la regia a Luca Guadagnino per Bones and all. Girato in America, con un cast tutto americano con Timothèe Chalamet e Taylor Russell (l’attrice ha vinto il premio Mastroianni per i nuovi talenti), è prodotto dallo stesso regista con la sua Frenesy Film e la statunitense Per Capita Productions con The Apartment di Lorenzo Mieli e molti altri e sarà in sala con Vision dal 23 novembre.
“Grazie al direttore Barbera che protegge i cineasti, – ha detto Guadagnino salendo sul palco – lui mi ha scelto 20 anni fa con il mio primo lavoro. Fare film è sempre stata la mia vita dai primi in super 8. Bones and all celebra un matrimonio speciale tra Italia e America ed è testimonianza di un cinema che non conosce geografia, non conosce confini. Dedico questo premio a Mohammad Rasoulof e a Jafar Panahi, arrestati in Iran. Viva la sovversione, viva il cinema”.