Più smart working per tutti i dipendenti pubblici per affrontare l’emergenza del gas: in questi giorni si prende in considerazione ogni possibile contromossa e, oltre alle insegne spente e alla riduzione del riscaldamento, c’è anche questa ipotesi sul tavolo del governo e in special modo del ministro Roberto Cingolani, che lavora al suo decreto ministeriale sui risparmi.
Una delle possibili principali novità per l’autunno riguarderebbe i lavoratori del pubblico impiego: potrebbero scattare due mesi di smart working per tutti i dipendenti in caso di emergenza massima sul fronte energetico. Scartata invece l’ipotesi dello smart working a rotazione. L’annuncio arriva alla vigilia del ritorno in presenza per tutti, da domani primo settembre, in assenza di accordi aziendali o individuali, e che permette alle imprese di guadagnare altri quattro mesi per trovare la formula ideale. Secondo alcune nuove stime su 18 milioni di dipendenti, potrebbero lavorare in modalità agile tra i 6,5 e gli 8 milioni di italiani.
Infatti, in considerazione del fatto che la piena operatività della nuova procedura richiede anche l’adeguamento dei sistemi informatici dei datori di lavoro al fine di farli colloquiare con quelli del ministero, in fase di prima applicazione, i nuovi accordi di lavoro agile o la proroga di precedenti accordi che si perfezionano a partire dal 1° settembre potranno essere comunicati “entro il 1° novembre 2022” secondo una recente comunicazione del dicastero. Vuol dire che accordi di lavoro agile che sono in corso e che scadono, per esempio, a fine anno non dovranno formare oggetto di una nuova comunicazione, rimanendo valida quella fatta precedentemente.
Nessun partito ne parla diffusamente, nonostante sia un argomento di enorme rilievo per milioni di lavoratori. Stranezze di una campagna elettorale dalle tempistiche inedite e ristrette.