ROMA – A seguito dell’aumento esponenziale dei costi dell’energia, i partiti stanno effettuando un’azione di pressing nei confronti del premier uscente Mario Draghi chiedendo un intervento immediato sul caro bollette. Le modalità attraverso cui scongiurare l’ennesima crisi, tuttavia, non appaiono chiare preda, forse, delle campagne elettorali.
Matteo Salvini torna a sollecitare un intervento sul nodo energia. “Litighiamo su tutto, ma sulle bollette di luce e gas apriamo subito il Parlamento e mettiamo un tetto agli aumenti” e “basta copiare la Francia di Macron”, perché “questa è un’altra guerra e i lavoratori rischiano di morire con le aziende chiuse”, ha detto il segretario della Lega durante un incontro elettorale a Cammarata, nell’Agrigentino, ricordando che “questa è la proposta della Lega”, ma che “da giorni Letta tace su questo”.
Pronta a collaborare la presidente di Fdi Giorgia Meloni: “Ci troviamo in Parlamento lunedì e proviamo ad approvare delle norme che consentano ai cittadini di avere una situazione sostenibile”. Contro il caro bollette fare “nuovo debito è l’ultima ratio, perché l’Italia è già indebitata fuori controllo. E visto che questi debiti li pagheranno i nostri figli penso che dobbiamo farci attenzione. Ma quella delle bollette è una priorità assoluta”. Da Forza Italia, Antonio Tajani dice sì allo scostamento di bilancio, ma solo “se la situazione dovesse precipitare”.
“È improcrastinabile un intervento sia italiano che europeo per bloccare le bollette e fermare la speculazione in corso sull’energia prodotta da rinnovabili. Ne ho discusso stamani al distretto industriale della pelle di Arzignano in Veneto. Siamo pronti a sostenere l’intervento del governo”, scrive il segretario del Pd, Enrico Letta su Twitter.
Insomma, il campo sembra occupato da molti giocatori con il medesimo scopo ma che non riescono ad unirsi in una offensiva efficace.