La spalla è una delle articolazioni più mobili del corpo umano e la sua stabilità e movimento dipendono da diversi fattori: la capsula articolare, un tessuto connettivo che sostiene e stabilizza la spalla; i legamenti gleno-omerali e corano-acromiale e i muscoli della cuffia dei rotatori e del capo lungo del bicipite. La capsula articolare può essere soggetta ad una patologia in diffusione, caratterizzata da dolore e rigidità: la capsulite adesiva. Essa, chiamata anche spalla congelata, può causare in primis un’infiammazione alla spalla, e poi un ispessimento della stessa capsula, comportando limitazione nei movimenti e dolore durante gli stessi.
Il Dottor Angelo Vella, fisioterapista, posturologo e osteopata con sede a Villa di Briano (CE) ha spiegato ai suoi pazienti quali potrebbero essere le cause scatenanti la capsulite adesiva, soffermandosi in particolar modo sulle tre fasi che caratterizzano la patologia. L’esperto casertano ha anche parlato dei possibili trattamenti fisioterapeutici per contrastare e risolvere il problema. «La capsulite adesiva è una patologia delicata da curare e va curata con attenzione perché la spalla è una delle parti del corpo umano più funzionali per lo svolgimento di attività quotidiane. Nella maggior parte dei casi, per curare la capsulite si ricorre ad un trattamento conservativo, evitando così il rischio dell’intervento chirurgico» spiega il Dott. Vella.
Le cause specifiche della capsulite adesiva sono ancora sconosciute, ma si possono elencare alcuni fattori di rischio come l’età, visto che colpisce soprattutto le persone over 40; il sesso, si manifesta con una percentuale maggiore nelle donne; ripetizione eccessiva di movimenti e problemi posturali che riguardano le spalle. Altre possibili cause che provocano l’insorgere della spalla congelata sono: traumi locali; problemi neurologici, come parkinson e alzhaimer; e problemi metabolici, tra cui diabete e disfunzioni tiroidee. La capsulite adesiva è caratterizzata da tre fasi ben distinte tra loro. La prima è la fase di congelamento: essa può durare dai 2 ai 9 mesi ed è il momento in cui il dolore è più forte sulla riduzione della mobilità e si verifica comunque una riduzione dei movimenti sia attivi che passivi.
Si passa poi alla fase congelata, che solitamente dura dai 4 ai 12 mesi, con la riduzione del movimento che ha la prevalenza sul dolore, per cui si riesce a svolgere attività quotidiane con meno dolore ma con una limitazione della mobilità della spalla. Infine, c’è la fase di scongelamento, che dura dai 5 ai 24 mesi, nella quale si assiste sia ad una riduzione del dolore che ad un graduale recupero della mobilità della spalla. Per curare la capsulite adesiva esistono due tipi di trattamento: conservativo e chirurgico. Come anticipato dal Dott. Vella, in rare occasioni si ricorre all’intervento chirurgico, mentre il trattamento conservativo si serve della fisioterapia e può aiutare a risolvere il problema. Lo specialista del settore dovrà innanzitutto fare degli accertamenti e valutare la sede del dolore, il tipo di dolore alla spalla e i movimenti che scatenano il dolore.
Solo successivamente sarà elaborato un piano terapeutico per il paziente, che di solito prevede l’utilizzo di terapie fisiche come tecarterapia, laserterapia, onde d’urto e ultrasuoni. Il piano terapeutico è diviso in tre fasi: riduzione del dolore e dell’infiammazione; recupero della mobilità e del movimento, con l’inserimento di esercizi terapeutici; e stabilizzazione dei sintomi, con l’inserimento di esercizi di difficoltà crescente.