Matteo Renzi, leader di Italia Viva, è così intervenuto in dichiarazione di voto sulla fiducia al ‘DL Aiuti’ al Senato:
“Io sono un estimatore del premier Draghi e con la stessa franchezza, bisogna avere il coraggio di dire a Draghi che nulla giustifica oggi la fine del governo. Sono momenti delicati per le democrazie in questo 2022, ci sono difficoltà enormi e Draghi deve continuare a fare il presidente del Consiglio, perché serve all’Italia. Se oggi ci fosse una crisi, festeggeranno in capitali non democratiche”.
Poi, aggiunge: “Il dibattito di queste ore ha preso una piega totalmente diversa, in merito al provvedimento sul quale Italia Viva voterà a favore. Ma la situazione che si è creata, pone l’esigenza di lanciare un appello da quest’aula al premier Mario Draghi. Non è stato serio il dibattito di queste ore. Io qui dentro, ho il dovere di dire che se uno apre una crisi in un momento di difficoltà può farlo. Quindi, se i colleghi M5S hanno deciso di non votare la fiducia è legittimo, e non è accettabile chi dice ‘non si apre una crisi in un momento di difficoltà’. Ma se si decide di non votare la fiducia, si firma la lettera di dimissioni di ministri e sottosegretari”.
Infine, conclude: “E’ ridicolo che il Ministro D’Incà, abbia appena chiesto al fiducia a nome del governo, mentre il gruppo si appresta a non votare la fiducia. C’è un limite alla decenza. Il Pd, vedendo il comportamento di Conte, dice che fa fatica a capire le ragioni della crisi. Anche noi. Ma vedendo il comportamento di Conte, spero che abbiate capito le ragioni della crisi dello scorso anno. Il Pd può uscire dal tunnel della subalternità, rispetto al ‘punto fortissimo di riferimento dei progressisti’. Tornate al riformismo, che non potrà mai essere populismo”.