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Napoli

Napoli Vomero: Carabinieri e movida, 3 arresti e 6 denunce

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Tre arresti e sei denunce nel bilancio dei carabinieri della compagnia Vomero. Il quartiere collinare è stato presidiato con posti di controllo e perquisizioni, con particolare attenzione alle aree più affollate. In manette per evasione ciro cosentino. Nonostante fosse ai domiciliari è stato sorpreso in via pigna, in compagnia di alcuni pregiudicati. È stato nuovamente sottoposto agli arresti in casa in attesa del rito direttissimo

E’ invece finito in carcere carmine verde, 70enne di chiaiano, in esecuzione di un provvedimento emesso dall’ufficio di sorveglianza di Napoli. dovrà scontare sette anni, otto mesi e sei giorni per truffa e falsificazione di monete

Ha appena 16 anni il giovane di Scampia portato presso il centro di prima accoglienza di Nisida. Si è allontanato più volte dalla comunità in cui era collocato e il tribunale per i minorenni ha ritenuto opportuno aggravare la misura a cui era sottoposto.

Quattro i parcheggiatori abusivi denunciati perché sorpresi a chiedere denaro agli automobilisti in cerca di sosta. Per uno di loro anche il sequestro della somma raccolta durante la serata.

Durante i controlli un uomo del 65 è stato trovato in possesso di nove munizioni calibro 38 special e del serbatoio di una pistola semiautomatica, mai denunciati all’autorità di pubblica sicurezza. Anche lui è stato denunciato.

Controlli anche in un cantiere dove i carabinieri hanno accertato che un lavoratore fosse “in nero” e anche percettore illecito di reddito di cittadinanza. Al titolare sono state notificate multe per oltre 15mila euro.

Sono nove le persone segnalate alla prefettura per uso e possesso di droghe. Quasi tutti sotto i 25 anni

I controlli continueranno anche nei prossimi giorni

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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