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Napoli

Napoli: controlli movida da Chiaia al Vomero, multe a bar e locali

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Ieri, nell’ambito dei servizi predisposti dalla Questura di Napoli nelle aree della “movida”, gli agenti dei Commissariati San Ferdinando e Vomero, i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli e personale del servizio autonomo della Polizia Locale del Comune di Napoli, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine, dei Nibbio dell’Ufficio Prevenzione Generale e del Reparto Mobile, hanno effettuato controlli in zona Chiaia e nel quartiere Vomero.
Nel corso dell’attività gli operatori nelle vie Chiaia, Riviera di Chiaia, Toledo, Carducci, Generale Orsini e nelle piazze dei Martiri e Trieste e Trento hanno identificato 126 persone, di cui 13 con precedenti di polizia, controllato 9 esercizi commerciali in vicoletto Belledonne a Chiaia dove sono state contestate 6 violazioni dell’ordinanza sindacale poiché gli esercenti sono stati sorpresi a somministrare bevande alcoliche oltre l’orario consentito,  e sono stati altresì sanzionati amministrativamente poiché emettevano musica e suoni all’esterno dei locali in violazione della medesima ordinanza. Inoltre, sono stati controllati 53 veicoli di cui uno sanzionato poiché sorpreso con targa contraffatta e sprovvisto della copertura assicurativa, motivo per il quale il veicolo è stato sottoposto a sequestro amministrativo.
Quattro persone sono state denunciate poiché sorprese nuovamente ad esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo e tre di essi  altresì denunciati anche  per inosservanza agli obblighi del DACUR (divieto di accesso alle aree urbane) cui sono sottoposti.
Infine, gli agenti del Commissariato Vomero hanno effettuato controlli a San Martino, nelle vie Falcone, Scarlatti e Giordano e nelle piazze Vanvitelli, Medaglie D’Oro e Fuga dove hanno identificato 76 persone, di cui 4 con precedenti di polizia, e contestato 16 violazioni del Codice della Strada per divieto di sosta.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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