PIANURA PADANA – Scoperte di grandissimo rilievo quelle avvenute sulle sponde del fiume Po’, in Pianura Padana. Se, infatti, sul versante agricolo la siccità sta causando ingenti problematiche, sta rivelandosi, invece, una immensa fortuna dal punto di vista archeologico e paleontologico.
Dal fiume più celebre della penisola italica stano infatti riemerge meravigliosi reperti storici: dai lupi che una volta popolavano questo territorio ai carri armati e le barche usate durante la seconda guerra mondiale, fino ad antichi borghi medievali che nell’Ottocento furono spazzati via dalle alluvioni.
Il fenomeno verificatosi quest’anno, tuttavia, non è un caso isolato. Ogni anno, durante la fase di magra, dal Po riemergono reperti archeologici e fossili animali. Durante il precedente anno, ad esempio, sono emerse dalla superfice delle acque scheletri di bisonti, mammut, rinoceronti e perfino un cranio ben conservato di megacero, una specie di cervo gigante vissuta 100 mila anni fa.
Il periodo di magra di quest’anno è più intenso e lungo rispetto agli anni precedenti e il Po è sceso ai minimi storici, arrivando in alcuni punti ad essere quasi completamente secco. La situazione, nonostante le felici scoperte, desta non poca preoccupazione soprattutto tra agricoltori e allevatori di bestiame la cui attività dipende interamente dalle sorti del fiume.
Secondo analisi scientifiche, gli studiosi sono d’accordo nel sostenere che l’aumento dell’intensità e delle frequenza di eventi meteorologici come la siccità che sta colpendo il Nord Italia siano causati dal cambiamento climatico.
Ricordiamo infatti, che la Pianura Padana è tra i luoghi maggiormente inquinati atmosfericamente dell’Italia intera. Impegnarci per una compiuta transizione ambientale e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica appare dunque l’unica soluzione affinché le sorti del famoso Po’ non celino tetri finali.