CALVIZZANO – La politica nel paesino immerso nell’agro giuglianese è abbastanza sentita dalla sua cittadinanza e siccome si tratta di un paese di poco più di dodicimila anime ci si aspetta che di stranezze ne accadano poche ma non è sempre così.
Purtroppo il vincolo di mandato non è contemplato dalla nostra Costituzione e l’Amministrazione Pirozzi agli inizi di dicembre scorso ha fatto in modo che a governare il paese fossero non solo i suoi nemici ma anche coloro che la comunità ha bocciato alle scorse urne nel settembre 2020. Un ribaltone come visti pochi nella storia politica a nord di Napoli ma si può comprendere la responsabilità di aver promesso mari e monti alla città, si può comprendere un atteggiamento del genere quando gli equilibri da trovare sono tanti e questo si sa, avviene solo nei grandi centri urbani, visto che di solito nelle piccole cittadine ci si conosce tutti e si è amici con tutti ma tutt’ora non si comprende il motivo per cui non si è voluti dare parola di nuovo ai cittadini in maniera democratica.
Uno scontro con la città e con chi è sceso in campo per il bene del paese non fa bene né al confronto democratico che si dovrebbe tenere in Consiglio Comunale né alla comunità stessa, visto che un clima belligerante fatto di strategie atte a mantenere all’impiedi equilibri con personaggi politici che fino a ieri hanno rappresentato la giusta alternativa rischia di mantenere la città ferma al palo.
Una dimostrazione di quanto detto finora, oltre a tutti gli incarichi elargiti in maniera lottizzante, è il fallimento raccolto dal progetto presentato in Città Metropolitana per la realizzazione di un percorso ciclopedonale che doveva collegare la periferia con il centro abitato della città. Bene. Giacomo Pirozzi sarà ricordato anche per essere stato l’unico sindaco in grado di farsi bocciare un progetto di Città Metropolitana e dire che la bocciatura è arrivata dopo le elezioni metropolitane, ossia dopo che l’ex vicesindaco Luciano Borrelli fosse stato eletto consigliere, il che fa dedurre che il neo eletto in Città Metropolitana non sia stato neanche in grado di tutelare, in questo caso, il proprio territorio.
Il dato politico che ne esce fuori è alquanto desolante. A distanza di un anno e mezzo la città di Calvizzano, per amore della poltrona da parte dei propri politici, vincitori e vinti, è costretta ad essere ferma al palo e a vedersi sottrarre fondi che, attualmente, rappresentano linfa vitale per le casse e il progresso della comunità.