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Blitz della DIA negli studi di Report e a casa del suo inviato: perquisizioni in corso

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Mattinata di perquisizioni nella redazione del programma di Rai3 Report, oltre che nell’abitazione dell’inviato della trasmissione Paolo Mondani. Infatti, la DIA, su mandato della Procura di Caltanissetta, ha fatto irruzione negli studi a seguito del servizio, andato in onda ieri sera e intitolato ‘La bestia nera’, durante il quale si è tentato di ricostruire i legami tra estremisti di destra e uomini di Mafia, nell’omicidio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta.

Il procuratore Salvatore De Luca, ha così dichiarato a riguardo:

La perquisizione a carico di un giornalista di Report, che non è indagato, non riguarda in alcun modo l’attività d’informazione svolta dal cronista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente a una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario. Sia nel corso delle conversazioni intercettate, che nel corso degli interrogatori da lui resi al Pubblico Ministero e ai carabinieri, il collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero, citato nella trasmissione di ieri su Report, non fa alcuna menzione di Stefano Delle Chiaie. Sono del tutto destituite di fondamento, le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese da Lo Cicero sugli argomenti sopra indicati e, quindi, che sarebbe stato possibile evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina”.

A dare la notizia delle perquisizioni è stato lo stesso Sigfrido Ranucci, conduttore e autore di Report, nonché vicedirettore di Rai3. Ecco le sue parole:

“Il motivo delle perquisizioni, sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l’inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci, nella quale si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia Nazionale, sul luogo dell’attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze su telefonini e pc. Da parte nostra c’è massima collaborazione. Siamo contenti, se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure. Il collega aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti“.

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