ITALIA – “Possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattia non è endemica”. Questo quanto espresso da Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità).
“Intendiamo bloccare la trasmissione del virus da uomo a uomo e siamo in grado di farlo nei Paesi in cui il vaiolo delle scimmie non è endemico”, ha aggiunto la Van Kerkhove. “Siamo in una situazione nella quale possiamo utilizzare strumenti di sanità pubblica per identificare i casi precocemente e affrontarne l’isolamento”, ha detto ancora. Il contagio, ha aggiunto, avviene attraverso uno stretto contatto fisico, pelle a pelle” e ha rilevato che la maggior parte dei casi finora osservati non ha la malattia in forma severa. L’identificazione precoce e “l’isolamento dei cas fanno parte delle misure raccomandate dall’Oms e dall’ECDC”, ha affermato Maria Van Kerkhove.
“Non è ancora chiaro se il virus responsabile del vaiolo delle scimmie abbia subito una mutazione: la risposta potrà arrivare solo dall’analisi della sua sequenza genetica. Lo ha spiegato Rosamund Lewis, a capo della ricerca sul vaiolo delle scimmie nell’ambito del programma per le emergenze dell’Oms.
“Sono stati identificati diversi casi di vaiolo delle scimmie tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, ma non è una malattia omosessuale, come hanno cercato di etichettare alcune persone sui social network”, ha sottolineato Andy Seale, consulente strategico per i programmi globali dell’Oms su HIV, epatite e infezioni sessualmente trasmissibili.