Ha chiuso come meglio non si poteva la convention di Forza Italia a Napoli, presso la Mostra d’Oltremare, dove come suo solito ha monopolizzato l’attenzione dei presenti.
Silvio Berlusconi, accompagnato da Marta Fascina, è stato accolto al suo arrivo da Licia Ronzulli e ha salutato i militanti che lo attendevano, affrontando diversi temi e rispondendo alle domande dei giornalisti presenti. Ecco le sue dichiarazioni:
“Grazie per l’accoglienza affettuosa, Napoli è una città che amo, ho scritto più di 100 canzoni napoletane. Nel 1948, ero già in campo per difendere la libertà e cosa facevo? Attaccavo manifesti… E uno di questi manifesti recitava: ‘Nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no’. Naturalmente, li attaccavo sui manifesti del partito comunista, perché loro li attaccavano sui nostri…” . Parlando poi della ‘discesa in campo’ nel ’94, ha raccontato in particolare il colloquio con mamma Rosa: “Mia madre, mi disse che era pericoloso fare un partito, ma anche che se questo era il mio desiderio, dovevo andare avanti…”.
Poi continua, parlando della guerra in Ucraina:
“Siamo sempre stati dalla parte dell’Europa e dell’Occidente, siamo i soli che non devono chiedere scusa del proprio passato.. Possiamo davvero essere orgogliosi di noi stessi e della nostra storia. Siamo i soli ad avere sempre sostenuto, in ogni occasione, dal governo e dall’opposizione, le nostre truppe impegnate all’estero nelle missioni di pace, schierandoci senza esitazione con la nostra bandiera, con le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate“.
Sulla pace: “Non possiamo che condividere quindi, gli appelli di quanti invocano di fare ogni sforzo per giungere alla pace al più presto. Per porre fine all’orrore della guerra e al tempo stesso, per garantire al popolo ucraino il suo legittimo diritto all’indipendenza e alla libertà. L’Ucraina è il paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo a difendersi. Forza Italia è dalla parte dell’Europa, dalla parte dell’Alleanza Atlantica, dalla parte dell’Occidente, dalla parte degli Stati Uniti”.
Sul governo Draghi: “Fi ha voluto il governo di unità nazionale e lo sostiene con convinzione. Questa al governo è una maggioranza composita, lo sappiamo, una maggioranza in qualche modo innaturale, ma necessaria per fronteggiare l’emergenza; è una maggioranza della quale fanno parte forze politiche, con le quali torneremo presto a confrontarci da avversari. L’ho detto a Roma qualche settimana fa e lo ripeto oggi: Forza Italia non fa parte del centro-destra, ma Forza Italia è il centro-destra. Lo è nel senso del Partito Popolare europeo, di cui siamo componente fondamentale e che siamo orgogliosi di rappresentare in Italia. Siamo un centro alternativo alla sinistra e distinto dalla destra, con la quale siamo leali alleati”.
Referendum sulla Giustizia: “Di questi referendum sulla giustizia si parla poco o nulla, incredibilmente si è deciso di votare in un giorno soltanto, il 12 giugno. Evidentemente, c’è qualcuno che non vuole che gli italiani si pronuncino, su un tema che da trent’anni almeno dilania il Paese. Un tema che riguarda i rapporti fra stato e cittadino, la terzietà del giudice, la neutralità politica della magistratura. Io rivolgo un appello accorato a tutti gli italiani, perché vadano a votare e diano il loro voto su un argomento che, prima o poi, potrebbe riguardarli tutti personalmente. Il referendum è una tappa, ma una tappa importante, di un percorso riformatore che in parte è già avviato e che starà al nostro futuro governo di centro-destra portare a termine. Un percorso riformatore al quale, questo governo, ha dato il via approvando una riforma, la riforma Cartabia, che certamente non è la nostra riforma. Però, è una riforma che introduce finalmente la separazione delle funzioni tra giudici e Pm, e che chiude definitivamente le ‘porte girevoli’ fra magistratura e politica. Ripeto, non è la nostra riforma, ma è l’inizio di un processo riformatore che dovremo continuare, un processo che non vuole essere punitivo per la magistratura, anzi, vuole valorizzare i tanti giudici onesti e corretti, messi nell’angolo da minoranze ideologizzate e da gruppi di potere”.