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La politica ricorda Peppino Impastato, ucciso dalla Mafia 44 anni fa

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Sono passati ormai 44 anni da quel tragico 9 maggio 1978, il giorno in cui Peppino Impastato venne brutalmente ucciso dalla Mafia. Tuttavia, il suo volto e le sue parole continuano ad essere attuali.

In particolare, Impastato era speaker di Radio Aut, nonché militante di Democrazia Proletaria, candidato al Consiglio comunale di Cinisi. Infatti, fu ucciso nel giorno in cui doveva tenere il suo ultimo comizio elettorale, poiché nella trasmissione ‘Onda Pazza’, sbeffeggiava mafiosi e politici.

Pertanto, in occasione di questo importante anniversario, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, lo ha così ricordato: “L’esperienza umana e culturale di Peppino Impastato è un invito a tutti, a rifiutare i condizionamenti criminali. E’ un inno alla libertà, al recupero della dignità umana. La storia di Impastato ci ha insegnato, anche, a non smettere mai di cercare la verità, a lottare per ottenerla”.

Dello stesso avviso il segretario del PD Enrico Letta, che ha così dichiarato in un tweet:

“La Mafia uccide. Il silenzio pure Peppino Impastato. Una verità che per troppo tempo è stata allontanata da un depistaggio, ordito da pezzi dello Stato. Impastato pagò con la vita l’avere sfidato la Mafia, in un territorio in cui si era stabilito un sistema di relazioni tra apparati dello Stato e mafiosi che governavano la Sicilia. La sua figura, rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro la Mafia e i suoi legami con la politica, facendo scelte di rottura senza compromessi. Il recupero del Casolare dove fu ucciso è un ulteriore contributo alla gratitudine e all’ammirazione da parte di tutti, e uno stimolo anche di conoscenza dell’impegno per i diritti delle future generazioni”.  

Infine, ha voluto dire la sua anche Luigi De Magistris, che ha così dichiarato:

“9 maggio 1978: 44 anni dal barbaro omicidio di Peppino Impastato. Ritorno a Cinisi, ed è sempre un’emozione intensa e profonda. La storia di un uomo giusto, ribelle alla Mafia, precursore della rivoluzione culturale quale anticorpo sociale, la radio militante, i suoi cento passi verso la verità e la morte. La storia di compagni e depistaggi, di lotte e connivenze. Nella storia di Peppino, si respira la storia. Una vita spezzata, ma tante vite che si incontrano e si uniscono per amore di Peppino, della giustizia e della verità”.

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