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Napoli

Cardarelli, continua l’emergenza: pazienti sulle barelle

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Sabato sera – si legge nella nota della Cgil Funzione pubblica che ha accompagnato il presidio di protesta di una cinquantina di medici e infermieri dell’Ospedale Cardarelli. – si sono registrati 172 pazienti in area critica di emergenza. Una situazione che rappresenta il risultato di cause esterne e di cause organizzative interne. Una situazione vergognosa. Quanto sta accadendo al Cardarelli non garantisce la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e degli stessi pazienti, ma soprattutto lede la dignità dei cittadini, in un momento di fragilità, e la dignità degli operatori sanitari“.

Il dato di 172 pazienti rappresenta un ospedale di media grandezza con un numero ridotto di personale rispetto al reale fabbisogno. I carichi di lavoro determinano un’incapacità oggettiva di garantire la sicurezza, con gravi difficoltà assistenziali. Basti pensare che con il personale a disposizione, assistere per 5 minuti ogni paziente richiederebbe 14 ore di lavoro. Adesso basta, la misura e colma bisogna intervenire con provvedimenti eccezionali che siano all’altezza della gravissima situazione a partire dal concreto coinvolgimento dei due policlinici universitari con utilizzo dei tanti posti letto disponibili“, continua la nota.

Se vogliono un servizio sanitario carente, che massacra di lavoro il personale, che non garantisce il diritto alla salute della cittadinanza che non contribuisce alla sicurezza sul lavoro e alimenta guerra tra poveri, non avranno vita facile perché oltre ad opporci allo scempio ci organizzeremo sempre più per costruire soluzioni!“, continua il sindacato.

Il pronto soccorso del Cardarelli è di nuovo in crisi, ci sono barelle ovunque a causa dei tanti accessi. Tanti cittadini stanno inviando foto e segnalazioni al consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli preoccupati per una situazione che si sta aggravando di ora in ora. “Borrelli, le mando una foto del pronto soccorso al Cardarelli dove la situazione è oscena in cui non ci sono posti e soprattutto non c’è abbastanza personale medico. Mio padre è malato di tumore e lo tengono lì nella stanza del pronto soccorso perché non hanno posti liberi.

Ho già allertato il direttore generale dell’azienda sanitaria. Questa crisi deve essere gestita con la massima attenzione evitando ulteriori ripercussioni verso i pazienti. Sappiamo che il personale medico del Cardarelli ce la mette tutta ogni volta e non dice mai no a un ricovero però non possiamo neanche permettere che l’ospedale si trasformi in un lazzaretto casomai perchè ancora si aspetta che i Policlinici aprano i loro pronto soccorso. Aperture annunciate da tempo e mai realizzate con mille trucchetti e giochi di prestigio burocratici. Una vicenda inaccettabile e incomprensibile che ancora oggi grida vendetta” dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli membro della commissione sanità.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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