Oggi, in occasione della Festa della Liberazione, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nel comune di Acerra, luogo simbolo della Resistenza dal nazifascismo, visto che proprio qui, tra il primo e il 3 ottobre 1943, la ferocia dei nazisti causò la morte di 88 persone e numerosi dispersi.
Pertanto, lo stesso Capo dello Stato, accolto questa mattina in piazza Angelo Soriano, ha voluto lanciare un messaggio di richiamo al popolo italiano:
“La decisione della popolazione di Napoli, della Campania e di tante altre città del Sud, di insorgere contro l’ex alleato, trasformatosi in barbaro occupante, fu una reazione coraggiosa e umana, contro la negazione stessa dei principi dell’umanità. E oggi, c’è tra gli storici concordia nell’assegnare il titolo di resistente, a tutti coloro che con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a una invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso stesso della dignità”.
Poi, prosegue: “Nelle prime ore del 24 febbraio, siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti, si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe. E, pensando a loro, mi sono venute in mente queste parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di Bella Ciao“.
Infine, dopo aver deposto una corona d’alloro all’Altare della Pace, per omaggiare il Milite Ignoto, ha così concluso:
“Questo tornare indietro della storia, rappresenta un pericolo non soltanto per l’Ucraina, ma per tutti gli europei. Avvertiamo l’esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra, prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa tragicamente estendersi. Questo è il percorso per la pace, per ripristinarla; perché possa tornare ad essere il cardine della vita d’Europa. Per questo, diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente, ove sia minacciata o conculcata”.