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AFRAGOLESE Calcio. Offese alla Belgiorno. La società tace e legittima il sessismo triviale.

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AFRAGOLA – In merito al nostro articolo pubblicato in esclusiva 48 ore fa circa (leggi qui), circa le offese della Responsabile al Marketing dell’Afragolese calcio Rosa Belgiorno ricevute in maniera indiretta dal Direttore Generale della società Vincenzo Visone, i tifosi e i cittadini afragolesi si aspettavano scuse formali da parte delle alte cariche della società, comprese quelle derivanti dal dirigente Visone.

Invece a distanza di circa 48 ore tutto tace. La società è assente, quasi a legittimare il comportamento, triviale, sessista, maschilista e retrogrado del Direttore Generale. Insomma questa società, formata per lo più da non afragolesi, non rispecchia nella maniera più assoluta lo spirito sportivo, rispettoso e passionale della città e dei propri tifosi.

Un solo sussulto ottenuto dalla società nella giornata odierna, quando a mezzo social, attraverso la pagina ufficiale comunica che da qui a breve ci sarà una Conferenza Stampa a cui i vertici risponderanno alle domande sollevate dalla stampa circa l’evento denunciato dalla nostra testata. Ma quale stampa? Coincidenza vuole che questo breve comunicato di un’ipotetica conferenza senza data e senza ora – giusto per prendere ulteriore tempo nella speranza di far decantare la cosa – arriva all’indomani di alcune pressioni fatte da terzi ad organi di stampa “foraggiati” dalla società sportiva Afragolese 1944. Tanto è vero che un dato di fatto è che nessuna testata giornalistica che si occupa di calcio minore abbia riportato l’amaro evento che oltre a danneggiare l’immagine della Belgiorno, danneggia anche l’immagine dell’intera città e dei suoi tifosi. Senza parlare del fatto che tutti gli organi di informazione sono chiamati a condannare qualsiasi evento in contrasto con il progresso civile, etico e morale della società moderna.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che la strategia della società sia chiara, cercare di far leva e pressione sul dirigente terzo destinatario della chiamata per far ritrattare la sua versione e far ricadere la colpa sul compagno della Belgiorno – bene ricordare che lo stesso ha assistito alla telefonata in viva voce – annunciando in conferenza stampa che nulla di tutto questo è accaduto e che sono state solo illazioni sollevate dal compagno della Belgiorno. A questo punto poi, ci domanderemo e lo domanderemo, quale secondo loro sia stato il movente che abbia potuto spingere il compagno della Responsabile Marketing a mettere su questo teatrino? Potenziali future epurazioni, tra cui quella della Responsabile al Marketig? Quindi sarebbe veritiera la versione in cui si pensa che il Presidente Niutta, in combutta con il Visone, abbia il disegno di estromettere dai vertici societari tutti gli afragolesi? Visto che insieme alla Belgiorno resta solo Vincenzo Orefice come afragolese, anch’egli finito sotto la scure dell’ex finanziere che nel frattempo richiede casellari giudiziali, carichi pendenti e art. 335 in Procura di quelli che secondo lui potrebbero essere i suoi nemici in questo momento storico.

Proprio quest’ultimo suo ruolo ricoperto da servitore dello Stato aggrava ancora di più la sua immagine, proprio perché questo tipo di lavoro avrebbe dovuto donare al dirigente un pensiero molto più progressista di quello finora dimostrato. Così come è grave la posizione del Presidente Raffaele Niutta che finora, neanche in privato, si è scusato con la Belgiorno né tanto meno ha ordinato al suo staff della Comunicazione di rilasciare dichiarazioni, comunicati o con altri tipi di mezzi condanne chiare al comportamento rozzo e gretto – credibile o meno da parte sua – del suo stesso Direttore Generale.

In maniera differente invece la pensa il resto della città e gli organi istituzionali del territorio e sovracomunali, infatti tanti sono i messaggi di solidarietà ricevuti dalla Belgiorno provenienti dal mondo politico, per ultimo la telefonata della vicepresidente della Regione Campania Loredana Raia che l’ha invitata al prossimo evento organizzato dall’ente di Santa Lucia sui diritti delle donne.

A questo punto non ci resta che aggiungere alla nostra richiesta fatta nel nostro precedente articolo, anche la richiesa di dimissioni del Presidente Niutta e l’azzeramento di tutte le cariche dirigenziali della società perché una città come Afragola non può permettersi di lasciare promuovere lo sport sul proprio territorio da personaggi sessisti, maschilisti, patriarcali e retrogradi.

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