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Cronaca

La tragedia di Bucha può qualificarsi come crimine di guerra?

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UCRAINA – La strage di Bucha si sta prefigurando come una delle pagine più tragiche dell’invasione russa in Ucraina. La brutalità usata dai militari di Putin nei confronti dei civili torturati e giustiziati poi gettati in fosse comuni, ha aperto una questione di rilievo giuridico-internazionale: può tale massacro qualificarsi come un crimine di guerra?

Prima di rispondere al quesito è necessario comprendere cosa si intenda per “war crimes”. Si configura crimine di guerra una violazione delle norme del diritto bellico, in altre parole l’inosservanza dell’impianto che disciplina la condotta da tenere nel corso di una guerra.

Lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale concluso nella capitale il 17 luglio 1998 (approvato dall’Assemblea federale il 22 giugno 2012), istituente il Tribunale internazionale dell’Aja, ha catalogato i crimini di competenza della Corte. Secondo quanto stabilito dall’art. 5 “la Corte ha competenze, in forza del presente Statuto, per i crimini
seguenti:
a) crimine di genocidio;
b) crimini contro l’umanità;
c) crimini di guerra;
d) crimine di aggressione.

In base alle Convenzioni di Ginevra, il perseguimento dei crimini di guerra è compito dello stesso Stato di cittadinanza dell’autore dell’inosservanza (in questo caso, la Russia) o dello Stato ove i crimini sono stati commessi (nel caso di specie, l’Ucraina). Se un Paese rifiuta di perseguire i crimini eseguiti dai propri cittadini subentra la c.d. «competenza sussidiaria» della Corte penale internazionale dell’Aja.⁠

La questione che desta maggiore problematica nello scontro tra Russia ed Ucraina è che nessuno dei due Stati ha ratificato lo Statuto tale per cui nessuno dei paesi è sottoposto alle norme previste dal trattato internazionale. Se le indagini della Corte dimostrassero la sussistenza di crimini di guerra, il tribunale potrebbe emanare un ordine di cattura per Putin che però, finché soggiornerà in Russia, non potrà essere catturato.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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