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Economia e Finanza

Caro carburante, quali sono i fattori che ne determinano il prezzo

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ITALIA – I prezzi del carburante continuano a salire esponenzialmente causando non poche problematiche a vari settori imprenditoriali, nonché ai singoli cittadini. La questione che molti si pongono è: il caro benzina è dovuto esclusivamente alla crisi ucraina? Si tratta di una domanda più che lecita che necessita di un approfondimento.

Certamente, il conflitto bellico tra Russia ed Ucraina contribuisce significativamente all’aumento dei prezzi, ma ci sono anche altre ragioni non direttamente collegate alla crisi altrettanto, se non più, determinanti. Vediamo quali.

Il prezzo del petrolio è regolato anche dalla quantità che i paesi produttori membri dell’Opec (l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio), decidono di estrarre, mentre alla formazione del prezzo che vediamo nei distributori concorrono anche i costi logistici, il guadagno dei rivenditori e soprattutto le accise.

Dunque, il prezzo che osserviamo ai distributori consta di diversi fattori che possono sintetizzarsi nei seguenti:

  • prezzo del carburante a livello internazionale (c.d. Platts, in altri termini il valore della materia prima);
  • guadagno dell’industria petrolifera (cd. margine lordo);
  • accise ed IVA (ossia la tassazione sulla materia).

Analizziamo cosa sono nello specifico tali elementi.

Il Platts è la piattaforma in cui la domanda e l’offerta di carburanti a livello internazionale si incontrano determinando il valore di ogni prodotto petrolifero. L’istituzione privata Platts (colosso monopolista da cui deriva il nome del prezzo all’ingrosso) rileva tutti i prezzi dei prodotti energetici.

Il margine lordo dell’industria petrolifera, invece, determina il guadagno della parte incaricata di distribuire e vendere i prodotti (distributori e benzinai). Questa fetta è di certo quella che influisce meno rispetto alle altre voci.

In ultimo, ma non per importanza, la tassazione. Quest’ultima è composta a sua volta da accise (tasse indirette) ed IVA (tassa diretta). Si tratta di un fattore che pesa molto sl prezzo complessivo e che finisce direttamente nelle casse pubbliche. Spesse volte, la tassazione sul carburante viene utilizzato come mezzo di maggiore efficienza per il rapido reperimento di fondi pubblici. Oltre alle imposte di produzione e di vendita, una parte non trascurabile delle accise è stata introdotta per finanziare necessità derivanti da conflitti bellici, calamità naturali, programmi di sviluppo ecc. Per quanto riguarda, invece, l’IVA questa viene calcolata non solo sui prezzi di produzione e vendita ma anche sulle accise. Si tratta , in altre parole, di una tassa sulle tasse.

Accise ed IVA rappresentano più della metà del prezzo alla pompa. Vediamo dunque a cosa si deve tale ingerenza.

Le accise erano principalmente formate da imposte di scopo. Tuttavia, negli anni sono state aggiunte alle accise sui carburanti alcune tasse per il finanziamento di alcuni interventi causati da cause maggiori. Parliamo, solo per citarne alcuni, del disastro del Vajont del 1963, dell’’alluvione di Firenze del 1966, del terremoto del Belice del 1968, del terremoto del Friuli del 1976 e di quello dell’Irpinia del 1980. L’ultimo intervento sulle accise è stato introdotto con il “Decreto Fare” del 2014, in questo caso però si è trattato di un aumento temporaneo a contrario degli altri che sono invece in vigore tutt’oggi.

Oggi è improprio definirle imposte di scopo in quanto dal 1995 le accise sono state riunite in un’unica imposta sui carburanti. Concludiamo dunque l’analisi con alcuni numeri volti a facilitare la comprensione di quanto sopra riportato:

Prezzo del carubrante:

  • 0,872 € – prezzo industriale;
  • 0,728 € – accise;
  • 0,353 € – IVA.

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Economia e Finanza

La sfida dell’Irpef: ridurla fino a 50mila euro

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Alleggerire l’Irpef per i redditi fino a 50mila euro.

E’ la nuova sfida che il governo potrebbe realizzare con la prossima manovra economica. Rappresenterebbe un nuovo passo in avanti rispetto all’ultimo intervento che ha ridotto – ma solo per quest’anno – le aliquote da quattro a tre, con un beneficio soprattutto per i redditi bassi.

Il nodo rimane però sempre lo stesso, quello delle risorse. Che, conti alla mano, potrebbero non essere di poco conto. Tutto comunque dipenderà dalla riuscita dell’operazione ‘concordato preventivo biennale’. Il governo ha semplificato e reso conveniente questo strumento pensato per le partite Iva ma in concreto la prima scadenza di pagamento con le adesioni è prevista per il 31 ottobre prossimo e solo dopo sarà possibile verificare le risorse.

Intanto è già caccia alle risorse per confermare quanto già approvato per quest’anno. Non solo il taglio del cuneo e la prima tranche dello sconto Irpef, ma anche le decontribuzioni per le mamme lavoratrici. Proprio su quest’ultimo capitolo sembrano arrivare prime certezze. Non solo per confermare lo sgravio, ora limitato ad un solo anno per le mamme lavoratrici con soli due figli, ma anche per estenderlo dalle dipendenti alle lavoratrici professioniste, alle mamme con partita Iva.

La nuova sfida Irpef, comunque, non è una suggestione. Il vice-ministro all’economia, Maurizio Leo, non aveva nascosto già dal novembre scorso, quando si decise la riduzione da 4 a 3 aliquote l’obiettivo di fare ulteriori passi avanti per i redditi fino a 50.000 euro. Un mantra che ha ripetuto più volte a anche in una recente intervista.

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Economia e Finanza

Napoli chiama Milano per gestire il patrimonio immobiliare: MM come partner della nuova società di Palazzo San Giacomo

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La Newco per il patrimonio arriverà in giunta a strettissimo giro e si chiamerà con ogni probabilità “Napoli Patrimonio” e gestirà l’intero patrimonio del Comune. 

La novità è che il Comune ha attivato «interlocuzioni di carattere politico – si legge nel corpo della delibera proposta dall’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta – per esplorare la possibilità di attivare una collaborazione istituzionale con li Comune di Milano anche per li tramite della sua società in house MM Spa che gestisce l’Erp (Edilizia pubblica residenziale) per Milano e Bergamo finalizzata».

La sostanza è che da un lato la costituzione delle nuova Società corrisponde alla necessità di una gestione dello sterminato patrimonio di Palazzo San Giacomo tesa a valorizzare lo stesso. Dall’altro è il primo passo concreto per dare seguito all’ultimo pezzo dell’attuazione del “Patto per Napoli” cioè la riorganizzazione delle aziende comunali. Perché Milano come partner? Perché MM è un colosso che funziona già da mezzo secolo e ha un know how unico non solo per la gestione del patrimonio, ma anche per altri rami che riguardano i servizi delle amministrazioni locali. Una operazione “pubblico-pubblico” che garantisce la valorizzazione del patrimonio con una gestione totalmente pubblica. La delibera serve a liberare definitivamente NapoliServizi dalla gestione degli immobili comunali e costituire per quest’ultima una nuova strategia e finalità: sarà una società “Global service”. Si occuperà di verde, impianti sportivi e impianti comunali, servizi cimiteroale e servizi scolastici, anche qui il nuovo piano industriale è in via di redazione. NapoliServizi infatti continuerà a lavorare sul patrimonio – sull’ordinario – fino al 31 dicembre. Dal Primo gennaio la palla sarà tra i piedi della Newco. In autunno – in ogni caso – tutte le Partecipate dovranno avere una loro mission ben definita che deve avere come bussola «i principi di efficienza, di efficacia e di economicità».


(fonte: ilmattino.it)

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Attualità

Lunedì nero con il crollo delle Borse, si teme l’effetto domino: potrebbe innescare una recessione

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La Borsa di Tokyo chiude con un deciso rimbalzo la seduta di oggi dopo il drammatico calo di ieri.

L’indice Nikkei ha registrato un’impennata del 10,23% salendo a 34.675,46 punti. L’indice Topix ha invece chiuso a +9,3% a 2.434,21 punti. 

Dopo una storica “svendita” dovuta alle preoccupazioni per l’economia americana e al rafforzamento dello Yen la Borsa di Tokyo oggi è rimbalzata già dall’inizio degli scambi.

“Si prevede che il mercato inizierà nettamente al rialzo, poiché dovrebbe eseguire un rimbalzo naturale dopo il crollo di ieri mentre il dollaro-yen si muove verso il deprezzamento dello yen”, ha detto Monex. 

Le Borse europee si muovono attorno alla parità dopo una partenza leggermente positiva e il crollo di diversi mercati alla vigilia: gli indici azionari del Vecchio continente ondeggiano incerti, con Piazza Affari che sale dello 0,2% in un clima che rimane molto nervoso e volatile. Bene Seul e Taiwan, piatti i listini cinesi.

A Wall Street la bolla si sta sgonfiando, si teme l’effetto domino. Ci si chiede se sarà un crollo confinato ai mercati o se si innescherà una recessione.

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