A seguito dello scoppio dei conflitti tra Russia e Ucraina, il Ministero della Transizione ecologica, lo scorso 26 febbraio, ha dichiarato lo stato di pre-allarme per le forniture di gas in Italia.
Si tratta di uno dei primi step previsti all’interno del protocollo di crisi che prevede tre differenti livelli: monitoraggio, allarme e infine emergenza. A metà strada tra i primi due stadi, lo stato di pre-allarme è una misura di cautela volta ad avviare un monitoraggio costante della situazione energetica nazionale.
Sostanzialmente per i primi due livelli il mercato e le forniture continuano a funzionare normalmente non producendo alcun cambiamento nei consumi dei cittadini.
Soltanto con il passaggio alla fase di emergenza vera e propria potrebbe essere introdotto l’utilizzo dello stoccaggio strategico (speciali riserve che si possono usare solo quando il mercato è in sofferenza) e la limitazione delle forniture per alcune imprese previste dalla legge.
Già in fase di pre-allarme il Paese provvede al riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali. Al momento, dunque, non è previsto nessun razionamento dei consumi energetici a carico degli utenti finali ma se la situazione dovesse assumere i caratteri di una vera e propria emergenza non sarebbero esclusi interventi riparatori.