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Guerra in Ucraina, a rischio la spesa degli italiani

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La guerra avviata dalla Russia in Ucraina pesa anche sulla spesa degli italiani, tra il rialzo dei prezzi e il rischio di trovare gli scaffali vuoti: a lanciare l’allarme è Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia.

Il blocco dei trasportatori che, soprattutto in alcune Regioni del Sud, sta tenendo ferme le merci si lega alle tensioni delle scorse settimane poi sfociate nell’invasione russa dell’Ucraina. Il prezzo del petrolio ha già toccato i suoi massimi record ma la stangata ben presto riguarderà anche cerali (grano, mais e soia) e olii da cucina. A ciò si aggiunge l’aumento dei prezzi dell’energia e del gas.

“Le difficoltà dei trasportatori sono comprensibili. Al carburante si aggiungono i costi esplosi delle manutenzioni, dei pezzi di ricambio introvabili, delle ricariche elettriche dei camion frigo. Tutti incrementi di costo che le nostre imprese non riescono a compensare con un incremento di tariffe” – spiega Scordamaglia a ‘Il Mattino’.

“Il nostro è un settore già vessato dagli aumenti dell’energia elettrica che hanno sfiorato il 400% e da quelli delle materie prime che vedono volare in un solo giorno il prezzo del grano del 20% in più su prezzi già altissimi” – continua.

Di qui l’appello al Governo: “Noi facciamo un appello agli autotrasportatori perché interrompano la protesta, ma anche al Governo perché adotti dei provvedimenti che li aiuti. Attenti, inoltre, a sottovalutare, la tradizionale presenza in Italia tra gli autisti di tir di centinaia di ucraini che ora stanno pensando di tornare a casa per far fronte ai doveri militari del loro Paese”.

Si tratta di una situazione che rischia di compromettere gli stessi approvvigionamenti alimentari degli italiani: “Sta piovendo sul bagnato e la situazione rischia di esasperarsi ulteriormente. Se i blocchi non lasceranno passare i nostri prodotti corriamo seriamente il rischio, scongiurato per tutta la pandemia, di vedere gli scaffali dei supermercati vuoti”.

Tra i settori che risentiranno maggiormente della crisi: “Sicuramente pasta e dolci, tutti coloro che lavorano col grano. Russia e Ucraina sono responsabili di un terzo della produzione mondiale di grano. L’Ucraina è il principale esportatore di mais verso l’Italia. Noi importiamo il 55% del mais che ci serve per le nostre eccellenze, dop e igp comprese. Facile comprendere che rischiamo tanto”.

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