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Napoli

Cardarelli, usata nuova tecnica per il tumore al pancreas

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Il Cardarelli si conferma essere un’eccellenza in campo medico. Solo qualche giorno fa era stata diffusa la notizia dell’apertura del primo ambulatorio di Neuroimmunologia clinica della Campania, ora invece sono state utilizzate tecniche innovative di chirurgia robotica nel trattamento e nella rimozione dei tumori del pancreas.

Come reso noto dall’ospedale partenopeo in un comunicato, si tratta di interventi innovativi realizzati dal professor Carlo Molino (direttore della I Chirurgia Generale ad indirizzo Oncologico e direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia del Pancreas del Cardarelli di Napoli) grazie all’impiego della chirurgia robotica e riguardano il tumore al pancreas. L’intervento, che consiste nell’asportazione in un unico blocco della testa del pancreas, del duodeno, della via biliare e della colecisti, ha un nome complesso; così come complessa è la tecnica che per questo viene eseguita solo in Centri di Riferimento come quello diretto dal professor Molino, eccellenza per il Cardarelli e per la sanità regionale e nazionale.

Il nome di questa tecnica chirurgica è “duodenocefalopancreasectomia”, che può essere abbreviato con l’acronimo (DCP). Ciò che è straordinario, vista la difficoltà dell’intervento, è la possibilità per i pazienti di essere dimessi in tempi estremamente brevi, così come decisamente breve è la ripresa post operatoria, con un minor dolore peri e post-operatorio. Insomma, un approccio che favorisce il decorso che segue l’intervento, la rapida ripresa e anche le successive chemioterapie, se necessarie.

Come spiegato dal professor Carlo Molino:

«Nel nostro centro l’intervento tradizionale, cioè ad addome aperto, viene effettuato da sempre, tuttavia intervenire con la robotica ci consente di offrire ai pazienti un trattamento all’avanguardia, possibile solo in pochissimi Centri nazionali ed internazionali. Questa tecnica permette l’accesso in addome e agli organi da asportare attraverso cinque piccolissimi incisioni che rappresentano il punto di entrata di cannule e strumenti robotici, quindi senza grandi cicatrici. Grazie ad un sistema computerizzato possiamo avere un’amplificazione delle immagini ed una manovrabilità della strumentazione chirurgica altrimenti impensabile (per esempio rotazione di 360 gradi del polso) con una gestione della intelligenza artificiale, sempre sotto il controllo manuale ed intellettivo del chirurgo».

I primi due pazienti del Cardarelli operati con questa tecnica sono già stati dimessi, anche se hanno un percorso terapeutico e di follow-up diverso. “Questa chirurgia – prosegue infatti il professor Molino – può essere impiegata per le patologie neoplastiche del pancreas ma anche nel trattamento di lesioni pre-neoplastiche a prevenire lo sviluppo certo di una neoplasia pancreatica”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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