Blitz degli agenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e Varese, che hanno eseguito ben 15 arresti per presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta, nei subappalti per lavori sulla rete ferroviaria.
In particolare, gli è contestata l’associazione per delinquere finalizzata a reati tributari e bancarotta, mentre ad alcuni arrestati l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, poiché con un sistema d’incassi in nero, società riconducibili ai clan avrebbero sostenuto affiliati detenuti e le loro famiglie.
Tra gli indagati figura anche Maria Antonietta Ventura, presidente del Cda del Gruppo Ventura, che si occupa di costruzioni ferroviarie e che era stata candidata alla presidenza della Regione Calabria, salvo poi ritirarsi dalla corsa. Tuttavia, la donna è ora indagata per associazione per delinquere insieme ad Alessandro ed Edoardo Rossi, rispettivamente direttore e presidente del Gruppo Rossi. Inoltre, sono stati sequestrati anche più di 6,5 milioni di euro per reati tributari, nell’ambito dell’inchiesta sopracitata.
Pertanto, secondo l’accusa, i rapporti tra le società che si aggiudicavano gli appalti e quelle riferibili alle cosche che prendevano i subappalti, venivano ‘schermati’ attraverso contratti di fornitura di manodopera specializzata, il cosiddetto “distacco di personale” previsto dalla Legge Biagi. E ciò, per eludere la normativa antimafia e le limitazioni in materia di subappalto, previste per le imprese aggiudicatarie di commesse pubbliche.