Rinviata l’ordinanza sulla movida a Napoli prevista dalla giunta Manfredi. La prefettura chiede maggiori dati prima di mettere in pratica le regole. Lo scopo dello slittamento, che non dovrebbe portare modifiche alle regole già previste, è quello di “rafforzare” e mettere a riparo dalle proteste l’ordinanza.
L’ordinanza sarebbe dovuta entrare in vigore domani, 11 febbraio, portando dei limiti d’orario per le chiusure e per la movida in generale. Chiusura di bar, locali ed enoteche all’una di notte, dal lunedì al giovedì e alle due dal venerdì alla domenica. L’inquinamento acustico viene invece “contenuto” limitando la riproduzione di musica fino alle ore 23. Queste le regole previste dall’ordinanza.
Gli umori per la nuova ordinanza sono però di diverso tipo. Da un lato ci sono alcuni residenti delle zone della movida napoletana, che da tempo chiedono nuove regole di contenimento. Dall’altro i commercianti degli stessi luoghi, che dopo due anni di alti e bassi e mesi di restrizione, non accettano questi “limiti”.
I residenti di Via Chiaia, meta iconica della movida napoletana per i suoi “baretti” e i locali che ospita, da tempo lamentano le problematiche nei weekend. Risse e violenze sembrano essere aumentate, questo avrebbe portato i residenti a chiedere maggiori controlli e pattugliamenti, nonché regole. I commercianti delle zone interessate, come anche il Centro Storico, sono in totale disaccordo con le nuove regole. La tanto attesa ripresa economica e rinascita del by night non merita di subire freni, e le prime lamentele arrivano prima ancora che la riforma sia stata messa in atto.
Motivo per cui la prefettura ha chiesto maggiori accertamenti e dati, come scudo dagli già annunciati ricorsi al tar. Serve insomma una motivazione giuridica ben fondata per mettere in atto delle regole che, di fatto, avrebbero un impatto sulle attività commerciali. Il testo non dovrebbe subire modifiche nelle restrizioni, salvo ulteriori cambiamenti nelle prossime settimane. Il Comune inoltre specifica che in vista dell’approvazione tra quattro mesi in consiglio comunale, per alcune zone sarà solo una sperimentazione.
L’ordinanza è quindi rinviata di almeno una settimana.