L’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli ha deciso di dimettere, in tutta sicurezza, i pazienti ancora positivi al covid e di curarli presso il proprio domicilio. A seguirli l’ambulatorio del Covid Center ospedaliero. Si tratta di un modo per far diminuire la pressione sulla struttura sanitaria liberando posti per persone più gravi che necessitano di maggiori attenzioni.
A renderlo noto è l’Asl Napoli 2 Nord che riporta un articolo pubblicato su ‘Il Mattino‘ in cui viene spiegato questo sistema che viene definito come una sorta di ‘dimissione protetta’:
“La cura contro il COVID19 si sposta dal letto dell’ospedale a quello di casa. L’ospedale di Pozzuoli manda a casa i pazienti ancora positivi, in tutta sicurezza e li segue in ambulatorio. Per garantire una maggiore disponibilità di posti letto ed assicurare al paziente una migliore qualità della vita, il reparto COVID19 diretto da Fabio Numis sta portando avanti un protocollo di gestione a domicilio dei pazienti dimessi prima ancora della negativizzazione. La procedura prevede una valutazione dello stato di salute del paziente, della capacità di assistenza della famiglia e del luogo in cui trascorrerà la degenza. Ad oggi sono stati dimessi in questa modalità circa 30 pazienti e in tutti i casi si è riscontrato un’ottima soddisfazione degli assistiti ed una gestione clinica ottimale“.
Un importante risultato come sottolineato da Antonio d’Amore, Direttore General dell’ASL Napoli 2 Nord:
“Questo modello organizzativo nasce ancora una volta dall’analisi dei mutati bisogni di assistenza causati dalla pandemia. Come azienda sanitaria abbiamo adottato soluzioni innovative sin dal 2020. Siamo stati, ad esempio, tra i primi in Italia ad allestire i drive-in per i tamponi, abbiamo innovato con software dedicati al tracciamento nelle scuole, abbiamo inventato un modello efficace nell’utilizzo degli anticorpi monoclonali. Non posso non ringraziare per tutto questo il personale che partecipa quotidianamente, con competenza e professionalità, alla costruzione di processi organizzativi ed assistenziali che diventano delle vere e proprie best-practice riconosciute ormai in tutta Italia”