NAPOLI – Con l’avanzare dell’emergenza sanitaria sono non pochi gli ospedali che si trovano in una situazione di stremo quali l’Ospedale Cardarelli e l’Ospedale del Mare. Altri, invece, sembrerebbe che lavorino a metà delle loro possibilità. La denuncia parte dalla Fials attraverso il segretario aziendale dell’Ospedale San Paolo.
“Su 160 posti disponibili – afferma Carmine Ferruzzi – ci attestiamo su 70-80 occupati, cioé circa la metà. Il pronto soccorso è passato da 250 accessi al giorno, prima del Covid, ai 70 accessi circa di oggi”.
Secondo la Fials, il depotenziamento del San Paolo non inizia con la pandemia ma è un percorso che parte da lontano: “Basti pensare – prosegue Ferruzzi – che nel 2017 l’ospedale riceveva 25 milioni di euro per le prestazioni eseguite, nel 2018 siamo scesi a 15 milioni per arrivare, nel 2019 a meno di 9 milioni all’anno.
E’ stato anche fatto un tentativo con un piccolo reparto Covid – sostiene Ferruzzi – ma poi dopo poco è stato chiuso. La verità è che questo ospedale offre sempre meno. Avevamo un reparto di pediatria che dava respiro al Santobono, ma non sono mai arrivati i medici di cui c’era bisogno. Anzi, siamo stati costretti a chiudere la Patologia neonatale, obbligando le famiglie a spostamenti di chilometri. Senza contare che, dopo una battaglia decennale, sei anni fa è stata acquistata una risonanza magnetica che fino a oggi non è mai stata messa in funzione. Così, gli utenti sono costretti a rivolgersi ai privati e a spendere 150 euro”.