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Napoli

“Patto per Napoli”: le richieste del centro destra

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Stamattina si è tenuta la Conferenza Stampa nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli da parte dei capi dall’opposizione capitanata dal consigliere Catello Maresca dove l’oggetto della discussione è stato il “Patto per Napoli”.

All’interno della legge di bilancio 2022 sono state approvate alcune delle norme per venire incontro alle urgenze finanziarie di alcuni capoluoghi della città metropolitana.

Il Comune intende incassare con queste misure circa 1,2-1,3 miliardi di euro in 20 anni che andranno ad aggiungersi agli aiuti di Stato.

Il piano dovrà prendere forma concreta entro il 15 febbraio prossimo. Domani in consiglio comunale si terrà la discussione “Seduta monotematica del 21 gennaio 2022: Patto per Napoli”.

Nuova tassa d’ imbarco all’aeroporto di Capodichino; Aumento di canoni di concessione e affitto; Incremento dell’addizionale comunale Irpef; Le riscossioni affidate a soggetti specializzati, per migliorare le entrate. Queste sono le leve principali su cui sta lavorando il sindaco Gaetano Manfredi.

Saranno previste anche assunzioni e servizi pubblici migliori. Alle maggiori entrate di conseguenza ci saranno minori spese, con il riordino degli uffici, la gestione del personale e altre iniziative.

Altro punto importante è la gestione del patrimonio immobiliare: ci sarà una valorizzazione del patrimonio attraverso concessioni e riqualificazioni.

Nella conferenza stampa di stamattina l’opposizione ha illustrato le proprie richieste: di affidare una parte della riscossione a soggetti specializzati diversi dagli attuali; ridurre gli sprechi; valorizzazione del patrimonio immobiliare. L’opposizione, inoltre, si è focalizzata sulle aliquote pretendendo dall’ Amministrazione nessun provvedimento che possa gravare sulle tasche dei contribuenti.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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