TONGA – L’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai a Tonga ha provocato disastri ambientali anche in Perù, dove una vasta sacca di petrolio è finita in mare nella giornata di sabato 15 gennaio durante le operazioni di scarico nella raffineria di La Pampilla, nella zona del Callao, il porto di Lima. Lo tsunami nato con l’esplosione del vulcano ha presto raggiunto e colpito il Paese. Sotto accusa le autorità locali che non avrebbero diramato in tempo l’allarme tsunami, facendo così proseguire le attività sulla piattaforma petrolifera. Sul terminale della raffineria era attraccata in quel momento una nave italiana, la Mare Doricum.
La violenza dello tsunami ha tranciato i tubi di scarico dell’oleodotto, causando lo sversamento di almeno 6mila barili di greggio. Secondo quanto fa sapere la Fratelli d’Amico Armatori, la compagnia italiana proprietaria della Mare Doricum, il personale di bordo ha informato il Primo Ufficiale che ha interrotto le operazioni di discarica e ha assicurato che le valvole dei collettori fossero chiuse. L’equipaggio sta bene e la nave è stata ancorata in sicurezza. Lo sversamento sarebbe imputabile alla piattaforma spagnola di Repsol e non all’imbarcazione che al momento si stava rifornendo.
A quel punto è scattato l’intervento di emergenza e la chiazza di petrolio è stata bloccata con transenne galleggiati. Il petrolio ha però superato con il trascorrere delle ore il sistema di protezione, arrivando fino alla Riserva marina di Ancòn causando non poche polemiche.