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Napoli

Napoli, casi covid a scuola: in una settimana 145 positivi, i dati per quartiere

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Tornare in presenza o rimandare il ritorno in classe degli studenti è stato terreno di battaglia tra il governatore De Luca e il governo che ha fatto ricorso al Tar. Il primo contrario all’apertura della scuola, visti i contagi covid in crescita, trova la sua idea confermata da alcuni dati diffusi dall’Asl Napoli 1 Centro.

In una settimana, quella che va dal 10 al 16 gennaio, si registrano infatti ben 145 casi di covid tra gli studenti delle scuole del capoluogo partenopeo. Quelle con il dato più alto sono le scuole primarie con 53 bambini ammalati (ben 15 i casi nel distretto 29 Colli Aminei-San Carlo all’Arena-Stella; 12 in quello 25 Bagnoli-Fuorigrotta e nel distretto 30 Miano-Secondigliano; 10 casi nel distretto 26 Pianura-Soccavo; 2 nel distretto 24 Chiaia-Posillipo e nel distretto 31 Avvocata-Montecalvario). Segue la scuola secondaria di secondo grado, dai 14 ai 18 anni con 35 ragazzi e ragazze contagiate. I dati suddivisi per distretto: 10 nel distretto 24; 7 in quello 25; 9 nel 26 e nel 29. Mentre alle scuole medie sono 31 coloro che hanno preso il covid: 3 nel distretto 24; 7 in quello 25; 2 in quello 26; 9 in quello 29; 6 nel 30 e 4 nel 31. Meno contagiati nelle scuole materne con 26 bambini che hanno preso il covid: 1 nel distretto 24; 6 in quello 25; 2 nel 26; 9 nel distretto 29; 8 nel 30. Nessun caso nelle scuole si registra nel distretto 27 (Arenella-Vomero); in quello 28 (Chiaiano-Piscinola); in quello 32 (Barra-San Giovanni-Ponticelli); nel 33 (Vicaria, S.Lorenzo, Poggioreale).

Relativamente ai contagi scolastici sono stati posti in quarantena in questa settimana 570 studenti di cui 240 e 263 rispettivamente di materna e primaria. Sono in totale 64 i contatti familiari posti in quarantena.

Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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