ITALIA – Rinnovo il sentito cordoglio pronunciato da mio padre in tribunale alle famiglie per il dolore prodotto dalla perdita prematura dei loro cari“. È quanto scrive sui social Rossella Schettino, la figlia di quel Francesco Schettino comandante della Costa Concordia quando naufragò nei pressi dell’Isola del Giglio, al decimo anniversario della tragedia in cui persero la vita 32 persone.
La figlia dell’uomo in carcere perché ritenuto responsabile di quanto accade parla di “un palese e inspiegabile malinteso” che innescò l’incidente. Una situazione in cui “anche l’ultimo tentativo di evitare l’impatto” venne “annullato dall’errore del timoniere“.
Rossella Schettino difende suo padre, condannato a 16 anni anche perché diede secondo i giudici l’allarme con un ritardo che assunse “un evidente rilievo causale nella morte di 32 persone“. “L’inaspettato evento della nave che si ribalta sul suo lato a dritta ha ostacolato l’evacuazione delle ultime persone“, sostiene però la 25enne.
Per i giudici però l’uomo non venne gettato a mare ma abbandonò la nave di proposito, circostanza che hanno ritenuto confermata dal fatto che l’uomo andò in cabina a prendere il giubbotto e documenti di bordo e, “nonostante le sollecitazioni a tornare a bordo (del comandante Gregorio de Falco) per coordinare i soccorsi, rimase sugli scogli della Gabbianara“, questo nonostante avesse “consapevolezza, una volta allontanatosi dalla nave, che a bordo vi erano ancora persone presenti“.