CAMPANIA – Arriva a distanza di 24 ore la reazione di Vincenzo De Luca alla decisione del Tar di sospendere l’ordinanza che in Campania posticipava il ritorno in classe dopo le vacanze natalizie.
Il governatore, sul tema scuola, punta Mario Draghi e la sua conferenza stampa di ieri. “L’ho trovata per un verso sconcertante e per l’altro insopportabilmente demagogica“, attacca De Luca. “Sconcertante – spiega – perché all’inizio ha delimitato il recinto nel quale i giornalisti potevano muoversi, ed è francamente incredibile che il presidente del Consiglio decida le domande che si possono e non possono fare. Siiamo in un paese in cui si è determinata una narcotizzazione della ragione critica, che mi auguro venga ritrovata quando prima“.
“La conferenza stampa di Draghi poi – continua ancora il presidente della Campania – è stata demagogica perché ha scelto un obiettivo di comodo per parlare per mezz’ora e iscriversi anche lui nel club di ‘sfondatori di porte aperte’. Ha parlato per mezz’ora, insieme al ministro della Pubblica istruzione, contro la Dad. Che però in Italia non vuole nessuno. Chi gliel’ha chiesta la Dad? Invece ho notato che non c’è stata alcuna risposta di merito al problema sollevato dalla Regione Campania: avevamo chiesto due settimane di respiro limitate alle elementari e alle secondarie di primo grado per organizzarsi al meglio“.
Vincenzo De Luca è entrato anche nel merito della decisione del Tar. “Ha fissato una sospensiva rispetto ad una richiesta del Governo, rinviando al 22 febbraio la discussione in collegio. Per allora sarà cambiato il mondo. I due punti forti su cui si è basata la richiesta di sospensiva del Governo sono questi: la Campania non è in zona rossa, e il Governo nei suoi decreti ha messo in campo tutte le misure necessarie per contenere il Covid. Per quanto riguarda la prima cosa – ha aggiunto il governatore – non credo una regione sia obbligata ad attendere la drammatizzazione del contagio per prendere misure preventive, noi abbiamo dal principio una linea diversa, riteniamo che i provvedimenti vadano presi prima dell’esplosione dei problemi. Per quanto riguarda invece le misure prese dal Governo, mi sembrano virtuali ed in larga parte inattuabili, a cominciare dai tracciamenti“.
“Siamo tutti per la scuola in presenza, ma non tutti condividiamo evidentemente la necessità di parlare un linguaggio di verità e di tutelare davvero e non per finta la salute dei nostri bambini“, ha proseguito ancora il governatore in polemica evidentemente con l’esecutivo.
“Oggi, avremo scuole nelle quali i bambini sono senza mascherina perché non sono arrivate le Ffp2. Mi hanno detto di bambini che sono stati costretti a stare in classe con le finestre aperte e i cappotti addosso. Si sarebbe dovuto parlare di questo. La mia sensazione è che siamo chiamati tutti a dire da qui all’elezione del Presidente della Repubblica (alla quale De Luca parteciperà come grande elettore, ndR) che in Italia va tutto bene, che l’economia è aperta, che tutte le scuole sono aperte, e che viviamo nel migliore dei mondi possibili“.
“Adesso si è aperto tutto, e per quello che ci riguarda saremo impegnati all’ultimo respiro per ampliare il più possibile la platea dei bambini vaccinati. Già ieri abbiamo avuto un bel risultato, siamo a 59mila vaccinati tra i 5 e gli 11 anni, per fine gennaio faremo il possibile per arrivare tra i 100mila e i 120mila vaccinati“.
De Luca ha quindi concluso con un’ulteriore ironica stoccata a Draghi: “Ma posso anche dirvi che va tutto bene, che è tutto aperto, che il Covid è un’influenza e se volete, posso anche giurarvi che ho visto il presidente Draghi camminare sulle acque del Tevere”.