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Scuola

Scuola, Maresca: “Giustizia è fatta, basta con questa gestione della realtà ponziopilatesca”

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COMUNICATO STAMPA

«Esiste, dunque, un giudice a Berlino, direbbe Bertold Brecht. Giustizia è fatta. Il TAR Campania, come era agevole attendersi, ha smontato pezzo pezzo l’ordinanza di De Luca, ricordandogli che anche un “nobile potente” può soccombere di fronte ad un “mugnaio”, quando sono in gioco i diritti delle persone». Così in una nota Catello Maresca, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale interviene sull’ordinanza di chiusura delle scuole in Campania.

«Del resto siamo ancora in zona bianca, la meno preoccupante – prosegue la nota – ma la Campania sarebbe stata la sola Regione d’Italia a chiudere le scuole. Solo una delle incongruenze di questa gestione della crisi, solo apparentemente sceriffesca, ma in realtà ponziopilatesca. De Luca ora anche contro Draghi. Gli altri sempre in errore e lui solo illuminato, come i grandi principi dell’assolutismo settecentesco». «Sono due anni che il governatore gestisce in maniera pressoché dittatoriale l’emergenza sanitaria e quasi sette anni che guida la sanità in Campania – continua Maresca – Cosa è cambiato? In meglio sembra proprio nulla. Troppo facile ora chiudere le scuole per mascherare le solite invariate deficienze. Troppo semplice dare la responsabilità ad altri. Altro che politica politicante, qua siamo al gioco delle tre carte, posti letto che appaiono o scompaiono all’occorrenza. Ora è arrivato il momento della verità».

«Come consiglieri comunali sentiamo la necessità da subito di comprendere il reale stato della sanità in città e dei presidi di tutela della salute. Perché gli ospedali sono di fatto al collasso, nonostante dai bollettini ufficiali risultino numerosi posti disponibili? Perché le scuole non sono adeguate ad accogliere in sicurezza gli studenti? E per colpa di chi? Cosa sta accadendo sui mezzi di trasporto? E cosa è stato fatto per affrontare la prevedibile emergenza? E ancora: a che punto siamo sulla gestione della movida selvaggia?», si chiede il consigliere di minoranza.

«Stiamo spendendo da anni milioni e milioni di euro, soldi dei napoletani. Ma i servizi sono sempre inadeguati e a pagare per le incapacità altrui alla fine siamo sempre noi cittadini. C’è evidentemente qualcosa che non va. Ma noi, se ad altri non interessa, abbiamo il dovere di salvaguardare i nostri figli e il loro futuro ed esigere che ricevano lo stesso livello di istruzione dei loro coetanei veneti o toscani. Nelle medesime condizioni di sicurezza sanitaria. E così vale per gli altri servizi, dal trasporto alla tutela della salute. Sono anni che la sinistra gestisce tutto e questi sono i risultati. Ed ogni volta sembra che chi comanda sia arrivato ieri. Qualcuno dovrà pure rendere conto e se qualcuno ha sbagliato, è ora di iniziare a capire chi è stato. Anche per attivare gli strumenti di controllo e di accertamento delle responsabilità. I cittadini napoletani hanno diritto di sapere, siamo cittadini non sudditi e finalmente c’è un giudice anche per noi».

Attualità

Stop al test d’ingresso per la facoltà di Medicina

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Il test d’ingresso di Medicina, attualmente a crocette e definito da molti come “schizofrenico” e inadeguato a valutare realmente le competenze degli studenti, verrà abolito.

Al suo posto, verrà introdotto un nuovo sistema di selezione basato sulle competenze acquisite dagli studenti, con l’obiettivo di creare un approccio più equo e meritocratico.

La nuova proposta prevede l’accesso libero ai corsi di Medicina per il primo semestre. Al termine di questo periodo, tutti gli studenti sosterranno esami che contribuiranno a una graduatoria nazionale. Solo i migliori potranno continuare il percorso di studi.

Per chi non riuscirà a entrare nella graduatoria, i crediti formativi acquisiti durante il primo semestre non andranno persi. Gli studenti potranno utilizzarli per iscriversi ad altri corsi di laurea, senza perdere un anno accademico.

La riforma potrebbe entrare in vigore già dall’anno accademico 2025-2026, ma ciò dipenderà dai tempi necessari per l’approvazione parlamentare.

È previsto anche un aumento dei posti disponibili per Medicina, passando da circa 20mila a 25mila.

Le nuove regole riguarderanno anche i corsi di Odontoiatria e Protesi Dentaria, nonché Medicina Veterinaria. Il testo della riforma è già stato approvato dalla Commissione Istruzione del Senato e ora si prepara ai prossimi passaggi in Aula e alla Camera per diventare legge.

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Politica

Scuola, l’Italia è uno dei 7 Paesi dell’Ue senza educazione sessuale obbligatoria

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Agli ultimi posti in Europa, con una storia di leggi mai approvate lunga cinquant’anni. Insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Ungheria e Romania, l’Italia è tra i sette Paesi su 27 dell’Unione Europea che non prevedono programmi obbligatori di educazione sessuale e sentimentale nelle scuole.

Il Ministro Valditara ha annunciato l’avvio di un percorso perché «per sradicare il maschilismo deve esserci la scuola», ma per ora il progetto del Governo rimane facoltativo e al di fuori delle ore di lezione obbligatorie.
Il piano, per cui sono stanziati 15 milioni di euro fino al 2027, è sperimentale: l’adesione delle classi è su base volontaria, servirà il consenso di genitori e studenti, sarà prevista un’ora a settimana ma solo per le scuole superiori e al di fuori degli orari curriculari.

È almeno dal 1975, da quando il comunista Giorgio Bini presentò la proposta di legge dal titolo “Iniziative per l’informazione sui problemi della sessualità nella scuola statale”, che in Italia si discute sull’introduzione di un provvedimento che stabilisca ore obbligatorie di educazione sentimentale. Da allora e fino al 2019, si sono rincorse 16 proposte di legge, mai approvate.
Ad oggi in Parlamento riposano quattro disegni, tutti delle opposizioni (due depositate alla Camera dei deputati e due al Senato) e mai calendarizzati per la discussione in Aula.

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Attualità

Report Legambiente, in Campania 9 scuole su 10 senza collaudi

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In Campania solo un edificio su dieci dispone del certificato di collaudo statico e quello di agibilità, nettamente migliore la situazione per la prevenzione incendi con sei edifici su dieci che ne sono in possesso.

A fronte di 470 edifici posti in zona sismica 1 o 2, solo 71 (il 15,%) risultano progettati o adeguati alla normativa tecnica di costruzione antisismica.

Sul fronte manutenzione straordinaria gli edifici in cui si è intervenuti negli ultimi 5 anni sono il 69,3%, tuttavia non si è riusciti a soddisfare tutte le necessità visto che ben il 71% necessitano ancora di interventi urgenti. Inoltre solo nel 33% degli edifici sono stati effettuate indagini diagnostiche sui solai. La sicurezza non abita ancora nelle scuole campane. E a dirlo è il nuovo report nazionale Ecosistema Scuola di Legambiente.

Giunto alla XXIV edizione è stato presentato oggi a Napoli, presso la chiesa dei Cristallini, nel rione Sanità. Il report Ecosistema Scuola, che raccoglie i dati 2023 dei cinque capoluoghi della Campania riguardano 470 edifici scolastici di loro competenza, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, frequentati da una popolazione di oltre 107 mila studenti.

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