SANT’ANTIMO – È cominciata la campagna elettorale e sul territorio si cominciano a ravvisare già le prime vetrine elettorali. Di solito chi si mette in vetrina per primo è chi possiede prodotti da smaltire, merce rimasta negli scantinati e che oramai non rispetta più i canoni dell’attualità sociale o della moda. È quello che accade nella città di Nicola Romeo a distanza di sei mesi da quella che dovrebbe essere il periodo naturale delle prossime elezioni elettorali, dove la cittadinanza santantimese si riapproprierà della vita politica della città.
Un certo Domenico Russo noto come il figlio del Sindaco Aurelio – quello sciolto per infiltrazioni camorristiche e ritenuto dal giudice della quinta sezione civile della Corte di Appello assoggettato alla camorra (leggi qui) – da diversi giorni, gli è presa la mania dell’influencer, pur di farsi notare dal resto della città che non l’ha votato alle scorse elezioni regionali. Nello specifico, ieri, prende al balzo un piccolo disservizio causato dal settore comunale, inerente l’asilo nido, per vomitare demagogia e populismo della peggiore specie, attraverso il proprio profilo facebook, anche ai danni della ditta gestore dell’asilo che proprio in questo caso colpe non ne ha.
L’aspirante politico, non avendo mai ricoperto nessun ruolo in vita sua nella vita politica neanche del circolo della madonna dell’Arco del territorio, tranne una piccola parentesi da consigliere di opposizione, forse non sa che prima di dare adito ai polpastrelli di muoversi sulla tastiera, oramai consumata e intrisa di personalismo illusorio, deve prima informarsi, conoscere, studiare le normative per poi poter scrivere, possibilmente in italiano corretto. Ma veniamo ai fatti
Venerdì scorso quasi in orario di chiusura dell’asilo nido, per colpa delle forti bombe d’acqua, all’interno della struttura di proprietà comunale si è avuto un corto circuito che ha fatto andare in tilt l’intero impianto elettrico. Fortunatamente vista l’ora di chiusura nessun disservizio legato alle famiglie o bambini è stato registrato e quindi le coordinatrici della ditta che gestisce la struttura hanno immediatamente avvisato il Responsabile comunale che, in continuo contatto con le maestranze della cooperativa, nella giornata di domenica informavano le stesse che era stato ripristinato lo stato dei luoghi. Solo ieri mattina, coordinatrici ed educatrici si sono potute accorgere che oltre il cancello automatico non funzionavano neanche i condizionatori atti a riscaldare gli ambienti. Caso ha voluto che oltre al malfunzionamento delle ante elettriche del cancello c’è stato anche un blocco della serratura di quello pedonale e pertanto alcune mamme hanno dovuto aspettare fuori scuola il potenziale ingresso alla struttura. Ovviamente le coordinatrici appurato lo stato dei luoghi, in realtà non ripristinato, solo nella mattinata di ieri (lunedì ndr), hanno deciso di avvertire i genitori del disservizio invitando loro di riportare i propri bambini a casa.
Morale della favola? Nessun disservizio è stato causato dalla ditta che gestisce l’asilo nido, il comportamento delle coordinatrici della struttura è stato eccellente, rispettando tutto quanto previsto dal proprio ruolo, informando celermente il Responsabile del Settore comunale e ricevendo dallo stesso la comunicazione del ripristino dello stato dei luoghi.
Allora perché nel suo post il cosiddetto aspirante politico, noto anche come il passacarte dell’Assessore Regionale Nicola Caputo, attacca la ditta facendo leva anche sulle rette mensili? Semplice, non c’è argomento più demagogico delle tasche dei contribuenti ed è facile toccare certi argomenti per sensibilizzare l’utenza social verso il proprio profilo, specialmente se si covano sogni di gloria. Ovviamente sogni che possono essere perseguiti solo se il papà verrà condannato anche in cassazione, in maniera contraria si potrebbe anche assistere ad una lotta familiare seria per accaparrarsi un ruolo di rilievo nella prossima campagna elettorale.
Altra fake news lanciata dall’aspirante politico è quella che la ditta gestore del bene comunale pressi i genitori dei bambini affinché paghino in tempo utile le rette mensili. Sempre per il principio di cui sopra – informarsi prima per poi fare il leone da tastiera – il figlio dell’ex sindaco forse non sa che la ditta è leader nel settore della gestione asili e attualmente gestisce ottantatré strutture su tutto il territorio nazionale fatturando decine di milioni di euro annui, figuriamoci se un ufficio di piano come quello della ditta gestore ha tempo per pressare le famiglie a pagare le rette dell’asilo nido di Sant’Antimo.
Questo modus operandi dei moderni politici, basato sul populismo e sulla demagogia, legato all’uso frenetico dei social, ha portato il livello del dibattito pubblico ai minimi storici e tutto questo non fa altro che allontanare la gente dalla vita pubblica incrementando la fuga di professionisti competenti dal territorio, lasciando alle liste elettorali un’orda di indolenti affetti da sindrome Dunning Kruger.