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RUNTS. Scontro CSV Napoli e Regione Campania. Allarmismo inutile creato a Santa Lucia

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NAPOLI – Conflitto istituzionale tra CSV Napoli e Regione Campania. Motivo della discordia è l’allarmismo creato dalla Regione Campania circa l’iscrizione degli enti del terzo settore al Registro Unico Nazione del Terzo Settore. Una norma che finalmente pone le basi al censimento nonché alla certificazione di tutte le associazioni che operano nel mondo del volontariato.

La Regione Campania con a capo l’Assessore alle Politiche Sociali Lucia Fortini invece di aiutare e supportare tale agevolazione per gli enti del Terzo Settore, ingarbuglia la matassa e non fa altro che creare allarmismo con una comunicazione che asserisce che gli enti scritti al Registro Regionali saranno sottoposti a verifiche e iscritti, nel caso di esito positivo, direttamente al RUNTS, o cancellati in caso di esito negativo.

Immaginate il panico tra gli enti di terzo settore che si sono riversati immediatamente in aiuto all’unico ente che finora ha dato reale supporto in assenza di una norma ben chiara che ponesse le basi ad una collaborazione tra istituzioni e volontariato, stiamo parlando del CSV Napoli e di seguito riportiamo quanto pubblicato dallo stesso ente:

Da poche ore il Registro Unico del Terzo settore è diventato accessibile: gli ETS in possesso dei requisiti e non ancora iscritti, possono avanzare fin da subito domanda d’iscrizione. Il momento era atteso da oltre tre anni ed è diventato quasi una “liberazione” anche per chi, in questo periodo, ha sostenuto le tante associazioni impegnate a rivedere lo statuto alla luce delle nuove norme previste dal Codice del Terzo settore.

Il Centro di Servizio per il Volontariato della città Metropolitana di Napoli ha provato, più volte, a colmare quel vuoto lasciato dal legislatore offrendo alle associazioni le indicazioni tecniche e gli strumenti ritenuti essenziali per le scelte legate al nuovo assetto.

Dallo scorso 19 novembre, però, in merito alle procedure per l’avvio del RUNTS, gli uffici della Regione Campania attraverso i propri canali istituzionali comunicavano che: “le ODV e le APS già iscritte nei registri regionali, non dovranno porre in essere nessuna attività. In seguito, verrà effettuato il controllo della completezza dei dati ‘obbligatori’ nonché della sussistenza dei requisiti per la permanenza nel registro, con particolare riferimento alla conformità dell’atto costitutivo e dello statuto al DLgs n. 117/2017: in caso di esito positivo, sarà disposta l’iscrizione dell’ente nella sezione corrispondente del RUNTS; in caso di esito negativo, ne sarà disposta la mancata iscrizione”. A seguito di questa comunicazione, questa situazione già molto delicata per il Terzo settore della città metropolitana si è complicata ulteriormente.

Crediamo che in questa fase sia opportuno evitare allarmismi e fraintendimenti, dal momento che la norma prevede, in caso di non conformità degli atti, un contraddittorio obbligatorio, per favorire le modifiche o le integrazioni ritenute necessarie” dichiara il presidente di CSV Napoli, Nicola Caprio, che prosegue “Precisiamo questo, poiché, subito dopo la pubblicazione della notizia sul sito della Regione Campania, i nostri uffici, sono stati tempestati dalle telefonate di organizzazioni preoccupate di un’ eventuale cancellazione d’ufficio. Tutto ciò avviene – aggiunge Caprio – perché, ancora oggi, non si mette in pratica quanto previsto dalla Riforma, e cioè l’attivazione di processi di co-programmazione e co-progettazione tra Istituzioni e Terzo settore. E’ mancata, purtroppo e nonostante la disponibilità di CSV Napoli, la collaborazione con gli uffici preposti della Regione Campania, come dimostrano anche le numerose richieste di supporto pervenute nell’ultimo mese da associazioni coinvolte a vario titolo nei progetti finanziati dalla Regione Campania in merito agli avvisi fondi 2017 (scorrimento) e fondi 2018-2020 per ODV e APS. Tutte le associazioni che si sono rivolte ai nostri consulenti, hanno lamentato l’impossibilità di mettersi in contatto con gli uffici della Regione e il conseguente mancato avvio delle attività progettuali. Le organizzazioni ci hanno più volte fatto presente di aver attivato fideiussioni per progetti che tardano a partire a causa di lungaggini nelle comunicazioni, con conseguenti aggravi per le casse delle stesse che si vedono, quindi, costrette a prolungare la durata delle garanzie fideiussorie. Anche le associazioni che stanno concludendo i progetti, nell’ultimo periodo non sono riuscite ad avere risposte in merito alle rendicontazioni presentate e non avendo, pertanto, ricevuto gli svincoli delle fideiussioni, sono state obbligate a rinnovare le polizze, subendo un ulteriore danno economico. Questo è inaccettabile. Per tutte queste motivazioni – conclude Caprio – chiediamo all’Assessore alle politiche sociali e al Welfare della Regione Campania di intervenire con la massima priorità e di avviare percorsi di collaborazione con le organizzazioni su queste tematiche, al fine di costruire insieme politiche attive che possano migliorare le nostre città”.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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