ROMA – Sono tanti i cittadini ed i colleghi che sfilano nella sala della Protomoteca in Campidoglio, adibita a camera ardente per l’ultimo saluto a Giampiero Galeazzi. Tra i molti c’è un italotedesco che vive a Dortmund, Gianni Scaglione: «L’ho conosciuto a Duisburg dove l’Italia era in ritiro nel 2006, era un uomo unico, mi sono sentito di venirlo a salutare, ci tenevo».
Sulla bara un tappeto di rose rosa, con sopra una maglia della Lazio col numero 9 e il nome Galeazzi: «Perché era il nostro centravanti di sfondamento», ricorda con un sorriso il presidente Claudio Lotito. La Lazio è presente anche con lo stendardo, e con Tommaso Rocchi allenatore dell’Under 18.
«Lo ricorderemo sabato in Lazio-Juventus, vedremo in quale forma prosegue il patron -. Giampiero era l’esponente di un giornalismo autentico e vero, che definirei icastico, rendeva vive le emozioni. È stato un esempio per le giovani generazioni. Un laziale autentico, discreto, che faceva tante telefonate e mi diceva di andare avanti per la mia strada»