Nino D’Angelo, noto cantante e attore napoletano, ha raccontato ai microfoni di Verissimo, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin, di quando decise di abbandonare la sua amata Napoli. Ecco le sue parole:
“Mi ha fatto molto male. Venendo dal niente, venendo dal popolo, non mi aspettavo di avere a che fare con la brutta gente di Napoli che per fortuna è una piccola parte, perché Napoli è una città piena d’amore. È stato il momento più brutto della mia vita. Però l’ho affrontato, sono andato a Roma. Vivo a Roma da tanti anni, però, ho casa anche a Napoli, a Casoria. Mi divido, torno a Napoli tre volte a settimana”.
Poi, continua: “Hanno sparato dentro casa mia, stiamo parlando di 30 – 40 anni fa, perché volevano i soldi: era un’estorsione, una cosa vomitevole. Più che spaventato, mi sono offeso, perché non avevo preso niente da nessuno, non mi aveva dato niente nessuno, quello che avevo era grazie al talento e ho sempre aiutato chi mi ha chiesto una mano. È nella mia indole, il rispetto di chi ha avuto poco come me. Mia moglie, invece, ha avuto molta paura ed è stata lei a voler cambiare città. E io, non potevo perdere la mia famiglia”.
Infine, conclude: “Vivere in modo improvvisato, non è vivere. Vicino all’odore della morte, non si pensa a niente, vuoi salvare il salvabile. Il primo lockdown l’ho vissuto molto male, non avevo alcuna intenzione di scrivere canzoni. Pensavo solo a far stare bene la famiglia, soprattutto i miei figli. Poi, ho visto il murales che mi hanno dedicato e quel gesto, mi ha spronato a fare questo disco, che è stato il più difficile della mia carriera. Scrivere di vita quando vicino a te c’è la morte, è difficile”.