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Cronaca

Muore Pasqualina Perrella, la donna che salvò gli ebrei falsificandone i documenti

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NAPOLI – In un periodo storico come il nostro, in cui si prendono ad esempio le tragedie della Seconda Guerra Mondiale e la situazione storico-culturale vigente al tempo per esprimere le restrizione della libertà personale in vigore dall’avvento del Covid-19, è bene ricordare cosa sia stato effettivamente l’Olocausto a chi forse lo ha dimenticato.

Ed è allora scelta saggia e giusta, raccontare le storie del tempo, proprio come quella della anziana donna di 99 anni morta proprio quest’oggi.

Furono in sei a tentare eroicamente a San Donato Val di Comino, piccolo centro della provincia di Frosinone, di salvare dalla deportazione, durante la seconda guerra mondiale, gli ebrei internati nel paese, falsificando dei documenti. E con la morte il 25 ottobre scorso di Pasqualina Perrella, all’età di 99 anni, si è spenta l’ultima delle cosiddette ragazze dell’anagrafe, testimone di quell’orrore della Shoah che colpì anche il Lazio.

Tra il 1940 e il 1944, a San Donato Val di Comino, al confine con l’Abruzzo, vennero confinati alcuni ebrei. Tra loro c’erano anche Margaret Bloch, l’ex compagna di Franz Kafka, che diventò pure vicina di casa dei Perrella, e l’attrice del cinema muto Grete Berger.

Il podestà Gaetano Marini e cinque dipendenti comunali, di cui quattro donne tra le quali appunto Pasqualina, falsificarono i documenti d’identità degli ebrei internati, cercando così di evitare che finissero nei campi di sterminio.

Un gesto che rischiò di costare la vita all’allora giovanissima Perrelli, che il 6 aprile 1944, scoperti i falsi, venne prelevata dai tedeschi e interrogata. All’età di 99 anni l’ex ragazza dell’anagrafe è morta e sarà ricordata insieme agli altri nel Museo del Novecento e della Shoah in fase di realizzazione nel piccolo centro della provincia di Frosinone, in cui verrà ricostruita anche la stanza dove lavoravano le “ragazze dell’anagrafe”.

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Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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